Note alla storia

Titolo: Giardino segreto

Autore/data: Ida59 – idea del 21/8/16 poi sviluppata tra il 28 aprile e il 19 maggio 2017

Beta-reader: nessuno

Tipologia: racconto con due brevi prologhi.

Genere: introspettivo, romantico, drammatico

Personaggi: Severus, Lily, Silente, personaggio originale

Pairing: Severus/ personaggio originale

Epoca:  da post Malandrini a post 7° anno

Avvertimenti: AU

Riassunto: La storia di un giardino segreto, dei suoi fiori e dei suoi dolori. Un ricordo nascosto nel giardino del presente, dove tutto, infine, è mutato e i colori inneggiano all'amore.

Parole/pagine: 3963/11

Nota 1: la storia è stata scritta per l’iniziativa “L'affascinante e misterioso giardino di Severus!” del Forum “Il Calderone di Severus”. In molti punti ho fatto riferimento al linguaggio dei fiori; trovando su internet e in alcune pubblicazioni delle informazioni molto contrastanti tra loro, ho deciso di far mio il significato che più mi piaceva per la scrittura della storia, aggiungendo un tocco di magia per modificare i colori quando mi serviva e conferendo al mio amato rosso un particolare valore.

Nota 2: dopo la positive esperienza di "Orizzonti", anche in questo caso ho deciso di usare lo stile in 2a persona, reputandolo il modo migliore  per gestire una storia introspettiva al 99% senza renderla troppo noiosa e rischiare di perdere l'immedesimazione dei lettori.

Bianco

Un giglio bianco, candido, immacolato.

Lunghi, turgidi e aggraziati petali bianchi, rigogliosa pienezza che si affaccia alla vita e anela all'amore.

Purezza d'innocenza stroncata nel fiore dell'esistenza dalla tua orrida colpa. Imperdonabile. Indimenticabile.

All'interno del candido fiore vibrano orgogliosi stami rossi, come lunghi capelli carezzati dal vento... e affogati nel sangue di parole lontane, sfuggite a labbra che inseguivano un vindice riscatto mai raggiunto.

Tutto attorno a te, solo il verde sorriso delle foglie, riflesso d'uno sguardo amato e troppo presto spento per sempre. Solo per colpa tua.

Il delicato giglio bianco é mantenuto in vita solo dalla tua magia. Un tempo é stata magia d'amore, poi tormento di rimorso.

Ora é solo l'amaro rammarico di un uomo che ha dolorosamente compreso ed espiato i propri errori a tenere vivo il fiore, ricordo d'un amore mai vissuto.

C'è stato un tempo, tanti anni fa, in cui coltivavi solo gigli bianchi nel tuo giardino segreto, celato agli occhi di tutti dalla potente magia delle tue mani, in un'isolata radura nel folto della Foresta Proibita.

Li coltivavi con instancabile cura e profonda dedizione nel lento e monotono trascorrere di tutto l'anno, innaffiandoli con le tue lacrime d'amore e di rimorso.

Poi, il 31 ottobre, ne raccoglievi un mazzo enorme, tutti quelli che le tue braccia potevano contenere, e li portavi sulla tomba di Lily nel silenzio pietoso della notte. Con le tue stupide lacrime e il tuo inutile rimorso.

Quando tornavi dalla penosa visita al cimitero, gli occhi neri aridi di pianto, nella notte magica e maledetta di quel 31 ottobre, accendevi un orribile rogo e li bruciavi, i gigli bianchi, li bruciavi tutti.

Dovevano morire tutti con lei, anno dopo anno, a rinnovare la perdita.

Tu rimanevi in silenzio, immobile, la pelle arroventata dal calore, a osservare le fiamme che li uccidevano, lentamente, senza pietà. Senza speranza. Li vedevi accartocciarsi e sfrigolare sprizzando nugoli di scintille; li guardavi sciogliersi piano nel fuoco, in lacrime d'innocenza smarrita; sentivi il lamento accorato del loro dolore, della vita per sempre perduta. Li guardavi con gli occhi neri spalancati, senza più lacrime, illuminato solo dal riflesso della tua sofferenza.

Li bruciavi tutti, ogni anno.

Tutti meno uno. Il più bello, preservato dalla tua magia in mezzo a quel mare di fuoco.

Il giglio più bello era per lei, per la dolce cerva d'argento, tua unica consolazione; nata dai tuoi sospiri, nutrita dalle tue lacrime d'amore, apparsa la prima volta nella solitudine della notte di San Valentino di tanti anni prima, in un'altra vita.

Il ricordo è ancora incredibilmente vivido, nonostante tutti gli anni trascorsi. Doloroso e dolce al tempo stesso.

 

La neve ammanta di bianco il tuo giardino segreto, innocenza scesa dal cielo a coprire il rogo infernale delle tue colpe. Sotto la protettiva coltre, la vita ancora lotta, inseguendo un perdono irraggiungibile lungo un impervio sentiero di redenzione. Con le sue braci ardenti di colpa, il rogo infernale, che per la prima volta il 31 ottobre aveva distrutto tutto, ora nutre la terra e il candido giglio rimasto è stretto tra le tue mani, protetto dal freddo dell'inverno grazie al tuo amore che, insieme alla magia, lo tiene in vita.

La notte è fredda, senza luna: solo le stelle trapuntano d'argento il cielo nero, lontane, irraggiungibili. Come lei. Perduta per sempre.

Amari sospiri dischiudono appena le tue labbra sottili, nuvole di dolore che si cristallizzano nell'aria nera della notte, mentre stringi delicato il gambo tra le dita, quasi scaldandolo.

Poi un sospiro più forte, più amaro, più colmo di sofferenza. Un gemito straziato dal tuo cuore e la lacrima nasce dal nero profondo dei tuoi occhi, tracima dall'argine delle ciglia e scende sulla gota pallida e fredda, argenteo cristallo di dolore.

Non vuoi piangere, non più, non ancora. Ma altre lacrime nascono, irrefrenabili, stelle d'argento riflesse sul niveo pallore del tuo volto di giovane uomo che ha perduto tutto.

Le tue dita le scacciano dalla pelle fredda, quasi con stizza: ti sembra di vederle volare nell'aria nera della notte, lambiscono i petali del giglio e aleggiano in alto, immobili tra la terra e il cielo, piccole perle argentee sospese nel nulla di un istante infinito.

All'improvviso ricordi: lei, la tua piccola Lily, bellissima, capelli rossi nel vento e occhi verdi pieni di lacrime. Uno sciocco litigio con l'invidiosa Tunia. Ma tu, piccolo Severus ancora innocente, non vuoi vederla piangere, non puoi permettere che le lacrime spengano il suo sorriso.

Così fai la tua magia, sforzandoti all'inverosimile, mordendoti il labbro per riuscirci.

E ci riesci.

Le lacrime volano via dagli occhi di Lily e dal suo visetto, come piccole farfalle di cristallo danzano leggiadre davanti a lei. E Lily sorride, sorride a te: e tu, piccolo Severus, sei così orgoglioso di te e della tua magia; così sicuro che il mondo, un giorno, sarà tuo. Così felice che gli occhi verdi di Lily siano tornati a sorridere gioiosi: è tuo il merito, è tuo l'incanto, è solo tuo il premio del suo sorriso…

Torni al presente e anche tu, incredibilmente, sorridi, perso nella dolcezza infinita del ricordo di un bimbo che non c'è più. Sorridi, le labbra sottili dischiuse appena nella notte, aggrappato a un sogno. Un sogno di lacrime e di sorrisi.

Un sogno d'argento che appare sfolgorante a illuminare la notte, nato dalla magia del tuo amore e nutrito dalle lacrime del tuo dolore.

E' lei, la cerva d'argento; è solo per lei il giglio più bello del tuo giardino segreto.

 

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