Note alla storia
Titolo:L’anima di un assassino.
Autore/data: Ida59 – 6/13 giugno 2014
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: angst, introspettivo
Personaggi: Severus
Pairing: non rilevante (Severus/Lily)
Epoca: 6° anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Mentre immergi il tuo cupo sguardo nero in quello azzurro del padre che non hai mai avuto, tutto scorre in un lampo davanti ai tuoi occhi colmi di odio e disgusto per te stesso. Per quello che sei diventato. Un assassino.
Parole/pagine: 1.761 parole (senza le battute tratte dal libro), 5 pagine.
Nota 1 : Storia scritta per l’iniziativa “La Sfida olimpica”, specialità Tiro (storie di tenacia) nell’ambito della Severus House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, ove presente, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e i versi di questa poesia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Infine sei arrivato sulla Torre di Astronomia e hai spalancato la porta, la bacchetta ben salda in pugno; sei quasi senza fiato dopo l’affannosa corsa, il lungo mantello nero che ondeggia nervoso nella notte oscura lacerata dal fatale verde del Marchio di morte.
Sai che é questo il momento.
Nella tensione della confusione, le parole di Amycus che ti riferiscono il problema di Draco, la sua rassicurante incapacità di uccidere, graffiano l’aria attirando tutti gli sguardi sulla tua magra figura nera, ma sono un balsamo per la tua anima che trema: sei arrivato in tempo.
In tempo per salvare il ragazzo... e dannare definitivamente la tua povera anima.
Lanci uno sguardo veloce intorno e comprendi che la situazione oggettiva non ti offre alcuna speranza di salvare Albus, attorniato com’è da quattro Mangiamorte e con Draco che gli punta debolmente la bacchetta addosso: il vecchio sta male, in modo evidente, ed è pallidissimo; sembra senza più forze e noti che si regge a fatica appoggiandosi malfermo ai bastioni della torre. Manca poco che cada addirittura in ginocchio e senza fatica comprendi che è solo la sua forza di volontà a mantenerlo dignitosamente in piedi davanti ai suoi nemici. Ti chiedi preoccupato che cosa gli abbiano fatto prima del tuo arrivo, mentre la rabbia ti monta inarrestabile in corpo e ti rendi conto che ti rifiuti di credere che possa essere stata opera di Draco.
Nel silenzio congelato che si è creato alla tua inattesa comparsa, Albus ti guarda da dietro le lenti a mezzaluna che gli sono scivolate un po’ storte giù sul naso adunco.
E poi ti sorride.
Quel suo particolare sorriso, dolce e sereno, quasi paterno, in cui da sedici anni é racchiuso ciò che é rimasto del tuo mondo dopo quelle parole rubate che hanno distrutto ogni possibilità di futuro.
Albus parla e con straziante dolcezza venata d'affetto e di dolore pronuncia piano il tuo nome:
- Severus…[1]
Quasi un’implorazione, una supplica che incrina ancora di più il tuo cuore già tanto tormentato.
Vorresti solo lanciarti verso di lui e sorreggerlo; vorresti abbracciarlo, come un figlio, come non ti sei mai concesso di fare prima. Vorresti solo difenderlo da quelle bestie distruggendole per sempre con la potenza della tua magia. Ma lui morirebbe ugualmente, e magari anche Draco, preso in mezzo ai sortilegi mortali.
Moriresti anche tu, certo, ma di questo non t’importa nulla.
Così fai solo un passo avanti e sposti rudemente di lato Draco, per proteggerlo e onde evitare che commetta una follia proprio all’ultimo istante: non potresti mai perdonartelo; tutti i Mangiamorte arretrano senza una parola davanti al tuo incedere sicuro, intimoriti, perfino il feroce lupo mannaro.
Gli occhi neri ardono nel tuo volto pallido mentre in silenzio guardi l'uomo che devi uccidere.
E lo odi per quello che ti sta costringendo a fare.
Ma soprattutto odi te stesso, le tue colpe ed il tuo passato che ti hanno condotto a questa orribile situazione, al momento tremendo in cui ancora una volta devi uccidere e distruggere anche quel misero futuro che eri riuscito di nuovo a crearti. Solo grazie a lui. All'uomo che ha creduto in te e ti ha offerto una seconda possibilità. A lui, all'amico, al padre.
Come troverai la forza per farlo? Con quale coraggio? Quale volontà?
Ogni precedente determinazionesembra svanita dalla tua mente, dissolta nel cielo azzurro e sereno di quegli occhi, persa nel ricordo di un abbraccio mai dato alla persona cui più hai voluto bene in vita tua.
Albus sembra comprendere l'angoscia incisa nei duri lineamenti del tuo volto spigoloso e pallido, così ti sprona ricordandoti la tua tremenda promessa, ben sapendo che tu sei un uomo che le promesse le mantiene, sempre, a qualsiasi prezzo. E hai pagato a ben caro prezzo ogni tuo maledetto errore!
- Severus… ti prego…
Per un breve istante il presente sembra cristallizzarsi davanti a te: mentre immergi il tuo cupo sguardo nero in quello azzurro del padre che non hai mai avuto, tutto scorre in un lampo davanti ai tuoi occhi colmi di odio e disgusto per te stesso. Per quello che sei diventato. Un assassino.
Cerchi di ricordare quando hai deciso di farlo, quando ti sei lasciato convincere a fargli l'assurda promessa di ucciderlo, quando hai capito che era l'unica cosa giusta che potevi fare. Che dovevi fare.
Cerchi di rammentare il momento preciso: ti sforzi ma non riesci più a trovarlo nella tua mente.
Ricordi solo le tanti notti insonni trascorse a distillare complicate pozioni utili unicamente ad alleviare il dolore alla sua mano bruciata, ma non ad allungargli la vita, non a salvarlo come invece il tuo cuore di figlio disperatamente vorrebbe. Ricordi gli occhi bruciare di sforzo e fatica, e lacrimare perfino - tu che non piangi mai, da troppi anni - mentre sull'ennesimo libro proibito cerchi caparbio un contro incantesimo che non sei mai riuscito a trovare.
Ricordi ogni tuo singolo, maledetto fallimento, ma non vuoi ricordare la tua resa, il momento in cui hai capito che eri condannato a perdere anche lui, il padre al quale non hai mai rivelato il tuo affetto; anche se sei certo che lui lo sappia benissimo, altrimenti non ti avrebbe chiesto di ucciderlo, non lo avrebbe domandato proprio a te. Perché di te si fida, sa che sei l'unico in grado di farlo, l'unico al quale, dopo averti affidato la sua vita rimandandoti dall'Oscuro Signore, sa di poter affidare anche la propria morte. Perché tu sei l'unico che può avere quel coraggio e quella determinazione, l'unico che sa scendere volontariamente all'Inferno: perché tu la conosci l’oscurità, perché ci sei già stato in quell'abisso infernale, anche se proprio per questo ora vorresti solo fuggirne il più lontano possibile!
Invece la tua resa c’è stata, lo sai bene, e non poteva essere diversamente, mentre il tempo passava veloce e sapevi che ogni giorno in più che trascorreva era un giorno in meno di vita per Albus, un altro tuo fallimento, un altro fardello sulle tue spalle già così cariche di colpe.
Albus sarebbe comunque morto davanti ai tuoi occhi e tu non avresti potuto fare nulla, se non guardarlo morire, del tutto impotente. La stessa impotenza con la quale negli ultimi anni hai dovuto assistere alla morte di tutti coloro che non sei riuscito a salvare, l’impassibile maschera d’argento a celare inutili ma strazianti lacrime di rovente rimorso giunte troppo tardi; mentre sentivi le vecchie lacerazioni della tua anima, a fatica ricucite nell’intensa sofferenza dell’espiazione, tendersi di nuovo e rischiare di strapparsi ancora.
E poi c’era Draco, un ragazzo troppo giovane per scendere nell’inferno che tu conosci fin troppo bene. È troppo debole per perdere l’innocenza e non rimanerne per sempre travolto, sopraffatto dall’oscurità. Quell’abisso fatto di tenebre in cui un tempo ti sei volontariamente inoltrato alla ricerca di sapere e potere, di cui hai conosciuto il fondo malvagio mentre le tue mani grondavano di sangue innocente, ma dal quale sei a fatica uscito aggrappandoti proprio alla mano di Albus. Quella povera mano ora annerita dalla maledizione contro la quale hai combattuto a lungo ma che non hai saputo sconfiggere.
Non potevi permettere che Albus morisse inutilmente, né che Draco si dannasse l’anima come tu hai fatto tanti anni fa, quando avevi poco più della sua stessa età. No, non potevi permetterlo. Non tu.
Hai già troppe colpe sulla coscienza, non c’è posto per altri fardelli da trascinare nelle orrende notti infinite popolate solo dai tuoi incubi.
Devi farlo.
Devi uccidere Albus e salvare l’anima di Draco.
Devi gloriarti col tuo odiato padrone d’un tempo per quest’orrendo assassinio, devi convincerlo d’essere indispensabile per lui, devi guadagnarti la sua fiducia ed ottenere la sua confidenza.
Per proteggere tutti loro.
E da loro devi farti odiare, da tutti quelli per cui continuerai a combattere e rischiare la vita, giorno dopo giorno; dovrai farti odiare più di quanto tu sia riuscito a farlo finora.
Ed anche questo sai che è giusto così, anche questo sai di meritarlo fino in fondo, anche questo fa parte del tuo lungo e doloroso percorso di redenzione alla ricerca di un perdono che da solo non riesci a concederti.
E’ questo che devi fare, lo sai: è questo che è giusto fare; anche se vorresti solo potere morire, al posto loro e per loro.
Invece devi vivere, ancora.
Nonostante Lily sia morta per causa tua ed ora tu debba uccidere Albus, c’è ancora una promessa che vuoi mantenere, che devi mantenere per raggiungere l’obiettivo ultimo.
L’unico che conta davvero.
Devi proteggere Potter, quel figlio non tuo che ha gli stessi occhi della donna che non hai mai smesso di amare; devi proteggerlo, perché è l’unico che ha il potere di sconfiggere l’Oscuro Signore e salvare il mondo magico.
Solo in quel momento, solo quando questo obiettivo sarà raggiunto, solo allora potrai fermarti a pensare a te stesso. E a desiderare di morire, finalmente redento dopo una vita di espiazione delle tue colpe. Di morire come un Uomo.
Fino ad allora, invece, puoi essere solo un assassino.
- Severus… ti prego…
La dolcezza straziante della voce di Albus aleggia ancora nell’aria quando torni al presente.
Levi la bacchetta e prendi la mira, deciso e sicuro: con mano ferma la punti al petto del tuo obiettivo, per uccidere l’unico uomo che sa che non sei più un assassino.
- Avada Kedavra!
Vorresti chiudere gli occhi per non vedere ciò che mille volte ancora rivedrai nei tuoi orrendi incubi, quel maledetto raggio di luce verde che conosci troppo bene e che soffocherà d’ora in poi le tue notti insonni.
Vorresti aver potuto tapparti le orecchie per non sentire la tua gelida voce indifferente pronunciare ancora una volta le parole di un assassino.
Vorresti non essere quello che sei.
Ma lo sei. Ed é solo colpa tua.
Vorresti non essere lì.
Ma ci sei.
Dovevi esserci.
Era il tuo dovere.
E lo hai compiuto.
Ancora una volta.
Ma non è finita: il peggio deve ancora incominciare. Lo sai benissimo.
Senti il silenzio dell’oscurità scendere greve e terribile su di te e sulla tua anima.
Ma non puoi fermarti ad ascoltarlo.
Adesso devi portare via tutti i Mangiamorte, fuori dalla scuola, impedendo loro di fare del male agli studenti. Presto. Subito, prima che sia troppo tardi.
Albus è morto.
Lo hai ucciso tu.
Volti le spalle all’incubo del presente per immergerti nell’abisso infernale del futuro.
E il tuo cuore va in mille pezzi aguzzi che lacerano a fondo la tua anima.
L’anima di un assassin
Note di fine capitolo
[1] Tutte le battute del discorso diretto sono tratte dal finale del capitolo 27 di Harry Potter e il Principe Mezzosangue.