Note al capitolo

 

La mia fan fiction si inserisce al termine del capitolo 18 del settimo libro. Harry e Hermione sono reduci da qualche giorno di convalescenza dopo la notte a Godric's Hollow. Harry non è mai stato così tanto connesso a Voldemort e il suo comportamento irascibile e disilluso incide notevolmente sul rapporto con l'amica. I due, infatti, si trovano a litigare sia nel momento in cui Hermione comunica a Harry di aver rotto accidentalmente la sua bacchetta, sia durante la lettura del libro su Silente. Ed è proprio da qui che inizia il mo racconto.

Harry raccolse la bacchetta di Hermione, che aveva lasciato cadere nella neve, e tornò a sedersi all'ingresso della tenda. "Grazie per il tè. Finisco il mio turno. Tu torna dentro al caldo". Lei esitò, ma capì che era un congedo. Raccolse il libro e passandogli accanto gli accarezzò la testa con la mano. Lui chiuse gli occhi a quel tocco e si odiò per aver desiderato che le parole di lei fossero vere: che Silente gli avesse davvero voluto bene.

 

1 - NIENT'ALTRO

 

Era passato solo un minuto da quando Hermione era rientrata nella tenda. Harry era seduto con la schiena appoggiata al sostegno della cortina, il mento sulle ginocchia e la bacchetta dell'amica nella mano destra, fissava un punto indistinto della foresta, la vista disturbata solo dal suo respiro che prendeva forma a causa del freddo. Era spaventato e sconvolto come non lo era stato mai, la notte a Godric's Hollow aveva lasciato il segno nella mente di Harry, la paura e la tensione lo stavano lacerando. A tutto ciò si aggiungevano le scoperte fatte su Silente e la consapevolezza di non essere stato meritevole di alcuna fiducia da parte del suo preside. Era rimasto solo, completamente solo. "Invece no!" pensò andando istintivamente a toccarsi i capelli nel punto in cui Hermione l'aveva accarezzato un minuto prima, poi tutto cambiò. Il suo cuore si tramuto in una bomba pronta ad esplodere, i pensieri nella sua testa si offuscarono lasciando spazio solo a quello che avrebbe fatto di lì a pochi secondi. Si alzò ed entrò nella tenda, Hermione era seduta su una poltrona con il viso rigato dalle lacrime, guardò Harry per qualche secondo poi tornò a fissare un punto non preciso di fronte a lei. Harry lasciò la bacchetta sul comodino a fianco a lui, si tolse il medaglione dal collo e si avvicinò alla poltrona, prese la mano di Hermione e la tirò a sé, lei si alzò ritrovandosi faccia a faccia con Harry, si asciugò velocemente le lacrime e fissò gli occhi verdi a pochi centimetri dai suoi. Il tempo perse evidentemente di significato perché Harry non si ricordò di come le sue labbra si unirono a quelle di Hermione. Percepì lo stupore di lei ma non gli importava, Hermione non si allontanò e il bacio durò per sempre. Harry sentì la tensione uscire dal suo corpo come un liquido da una siringa, posò la mano sinistra sui capelli di Hermione e la destra sul suo fondo schiena. Si chiese per un attimo se stesse superando il limite ma la voce dentro di sé gli disse di continuare. Le labbra di Hermione si staccarono dalle sue, lei gli tolse il maglione e incominciò a sbottonargli la camicia. Lui fece lo stesso, poi la sollevò e la adagiò sul letto. Non c'era tempo per fermarsi, non c'era tempo per pensare. Harry si sdraiò sopra di lei e ritornarono a baciarsi e a toccarsi. Si tolsero gli ultimi indumenti rimasti, Harry incrociò lo sguardo di Hermione per la prima volta da quando si erano baciati, tutto la sua vita aveva un senso ora, perché l'aveva condotto fino a quel momento. Entrò dentro di lei e diventarono una cosa sola. Il tempo perse di nuovo senso.

 

Erano sdraiati fianco a fianco sotto le calde coperte, i loro corpi ancora nudi e pulsanti. Harry fissava il soffitto della tenda. Nessuno dei due voleva interrompere il silenzio che aveva contraddistinto quel momento, e non lo fecero. Il mondo stava lentamente riprendendo forma ma Harry non aveva così tanto fretta di ritornare alla realtà. Chiuse gli occhi e si addormentò.

 

Si svegliò e si sollevò di scatto, Hermione dormiva tranquilla accanto a lui. Harry però era convinto di aver sentito qualcosa, si vestì velocemente, prese la bacchetta di Hermione e il medaglione e uscì dalla tenda. Il gelo lo investì ma sentiva di avere bisogno di aria nuova. Davanti a lui la foresta dormiva ricoperta da uno spesso strato di neve illuminato da un cielo stellato. Il silenzio regnava sovrano e dopo un'attenta perlustrazione del perimetro della tenda, Harry era pronto a rientrarci. Mentre percorreva gli ultimi passi verso l'ingresso fu improvvisamente avvolto da una luce bianca, meravigliosa e soave. Vide una cerva bianca volare sula neve verso di lui per poi cambiare improvvisamente direzione verso la foresta. Harry si gettò all'inseguimento del Patronus.

 

A questo punto riprende la storia che tutti noi conosciamo: Harry segue la cerva che lo conduce al laghetto ghiacciato contenente la spada di Grifondoro. Si tuffa e viene salvato dall'annegamento da Ron.

 

 

2 – MAI PIU'

 

Qualcuno lo tirò fuori dall'acqua gelida, Harry sentì tutto il suo corpo bruciare per il freddo, era steso a terra senza forze e annaspava per un po' d'aria. Poi si ricordò del motivo per cui era lì "La spada...la spada di Grifondoro".

 

"Ce l'ho io. Ma che diavolo ti è venuto in mente?". Si alzò di scatto e si voltò nella direzione della voce, le sue orecchie purtroppo non l'avevano tradito: Ron era di fronte a lui che abbozzava un sorriso "Avresti dovuto togliere il medaglione prima di tuffarti!". "Già" non riuscì a dire altro. Pensò che, agli occhi dell'amico, il suo stupore potesse essere dovuto al ritrovamento della spada e in un altro contesto lo sarebbe stato, ma non dopo la sera appena passata. "Starai morendo di freddo, vestiti!" Ron porse i vestiti asciutti a Harry che si rivestì velocemente "Grazie".

 

"Senti, Harry" riprese Ron imbarazzato "mi dispiace di essermene andato, mi dispiace di aver abbandonato te e Hermi..." "No" disse Harry a voce più alta del dovuto "Non devi scusarti, mi...mi hai salvato la vita" "Questo mi semplifica il compito, non sapevo cosa dire, mi sono comportato da idiota". Harry fisso per un attimo l'amico, poi trovò il pretesto per rimandare il ritorno alla realtà "L'horcrux...deve essere distrutto. Hai tu la spada, penso che debba essere tu a farlo". Ron esitò per qualche secondo ma poi si convinse, prese il medaglione dal terreno e lo poso su una roccia. "Quando lo aprirò dovrai essere rapido a colpirlo" Ron annuì incerto. Harry aprì il medaglione, non passò un secondo che dal piccolo specchio interno uscirono due figure fluttuanti simili a fantasmi. Il panico più totale lo invase quando realizzò che le due figure rappresentavano lui e Hermione che si attorcigliavano l'uno con l'altra. "Non dovevi tornare" disse l'Harry di fronte a lui "Stavamo meglio senza di te" completò Hermione. Mentre le due figure si avvinghiavano sempre di più Harry si girò verso Ron e scoprì che si era bloccato davanti a quella visione. "Fallo!" urlò Harry cercando di sovrastare le voci dei due spiriti ma Ron parve non sentirlo. "Harry, tu sei più in gamba, più intelligente, più famoso...e perfino più bello di Ron" disse Hermione sogghignando. Le due figure stavano avvicinando i loro volti sempre di più, Harry trovò quella visione tremendamente familiare "Basta!" gridò, corse verso Ron, gli levò la spada dalle mani, la sollevò sopra la sua testa e la scagliò con tutta la sua forza sul medaglione che si distrusse all'istante, le due figure fluttuanti svanirono in un sospiro.

 

Harry tornò alla realtà come gli succedeva dopo una visione di Voldemort. Con lo sguardo rivolto ancora al medaglione distrutto pensò a Ron, a Ginny e a tutta la famiglia Weasley. Li aveva persi per sempre, non c'era modo di rimediare a quello che aveva fatto, quella parte della sua vita non sarebbe mai più tornata. Una tristezza opprimente riempì il suo corpo e nonostante lo sforzo non riuscì a evitare che una lacrima scese dal suo occhio, percorrendogli la guancia. "Harry" sussurrò Ron spaventato alle sue spalle "ti senti bene?". Harry tornò in sé, aveva ancora il voltò bagnato dall'acqua del laghetto (e da una lacrima) "Sì, Ron, sto bene".

 

Harry spiega a Ron che un Patronus con le sembianze di una cerva lo aveva portato al laghetto e a sua volta Ron spiega a Harry che, grazie al Deluminatore, era riuscito a ritrovarli.

 

Stavano percorrendo la via del ritorno verso la tenda, via via che la foresta diventava meno folta il percorso diventava più illuminato, oramai mancavano pochi minuti all'alba. Ron sembrava più rilassato, evidentemente, pensò Harry, non si aspettava un'accoglienza così poco ostile dal suo amico. A ogni passo percorso la tristezza di Harry si tramutava sempre di più in panico e mentre Ron parlava ancora dell'horcrux e della cerva, Harry pensava al da farsi. "Lei come sta?" gli chiese improvvisamente Ron "Bene" rispose Harry, "Ha mai parlato di me?" Harry annuì, in effetti non stava proprio mentendo, anche se lui e Hermione non avevano quasi mai affrontato l'argomento, lui sapeva che lei pensava spesso a Ron e nei momenti in cui era sola, non faceva altro che piangere.

 

La tenda era sempre più vicina e l'assoluta incertezza su come procedere stava sconvolgendo Harry, avrebbe dovuto confessare subito quello che era successo? Hermione non gli avrebbe mai perdonato una confessione senza che anche lei fosse presente, ne era certo. E poi...cosa avrebbe dovuto confessare? Che l'amava? O che era stato solamente un impulso carnale? Harry non riusciva a immaginare cosa potesse essere peggio per Ron. Quando la tenda si materializzò davanti ai loro occhi Ron aumentò il passo. Erano a pochi metri dall'ingresso quando Harry realizzò che Hermione stava dormendo nel suo letto nuda, il panico lo bloccò. Vide Ron entrare nella tenda, pochi secondi dopo entrò anche lui.

 

 

3- "RIDAMMI LA BACCHETTA, HARRY!"

 

Harry guardò immediatamente verso il suo letto e con un tuffo al cuore non vide nessuno. Hermione si trovava nella piccola cucina, completamente vestita, e stava cercando qualcosa all'interno di un mobile. Il rumore metallico di pentole e cucchiai non le aveva fatto sentire il rumore dei passi di Ron e Harry. "Hermione" la chiamò Ron. Harry vide Hermione bloccarsi così come aveva fatto lui quando aveva sentito la voce di Ron. Ron avanzò verso di lei e Harry lo seguì, Hermione si girò. Harry capì che quel paio di secondi in cui era rimasta voltata le erano serviti per nascondere tutto quello che provava, ma non erano stati sufficienti. "Ron" disse con la voce rotta dalla lacrime guardandolo per un instante. "Ridammi la bacchetta, Harry!" disse nervosa, con il volto in lacrime "Perchè Harry ha la tua bacchetta?" disse Ron confuso, Hermione lo ignorò. "La bacchetta, Harry" ripetè a voce più alta. Harry gliela consegnò spaventato, non aveva mai visto Hermione così fuori controllo. La ragazza alzò di scatto il braccio, pronta a colpirlo "Imperio".

 

Harry si rese conto che l'incantesimo era rivolto a Ron. Harry lo osservò al suo fianco, aveva lo sguardo assente. "Ron, puoi aspettare fuori dalla tenda finché non vengo a chiamarti...per favore" disse Hermione singhiozzando. Ron eseguì l'ordine senza proferir parola. Harry e Hermione si ritrovarono da soli nella tenda. Harry nonostante il momento rimase affascinato dall'intelligenza e dal sangue freddo di Hermione e ancora una volta realizzò che non c'era bisogno di parlare. Hermione scoppiò a piangere e lui la lasciò sfogare, le si avvicinò e le mise un braccio attorno al collo, lei appoggiò la faccia sul petto di Harry senza smettere di piangere. Passò qualche minuto prima che Hermione si riprese e, asciugandosi per l'ennesima volta il viso, si allontanò da Harry. Lui le spiegò della cerva e del laghetto, di come Ron fosse comparso dal nulla salvandogli la vita e della distruzione dell'horcrux, in questo caso, senza indugiare troppo sui particolari. "Non so cosa fare, Harry" "Non lo so nemmeno io...forse dobbiamo dirgli subito la verità" "No, lo devasterebbe, è appena tornato, non possiamo farlo!". I due si fissarono in silenzio, privi di qualsiasi idea, ma ora Harry sapeva cosa dire, e per quanto quel momento fosse inopportuno, non sarebbe riuscito a trattenersi. "E' stato fantastico...bè, ieri sera intendo" Hermione arrossì e per un attimo le sue labbra si piegarono all'insù, formando un sorriso "Ok, allora è deciso, per ora non diremo niente, aspetteremo il momento giusto." così dicendo corse fuori e richiamò Ron all'interno "Rimettiti al suo fianco, dov'eri prima che facessi l'incantesimo" disse a Harry e con un leggero tocco della bacchetta la maledizione Imperius svanì. Ron si risveglio dal torpore e Hermione andò ad abbracciarlo. Harry vide Ron sorridere felice. "Allora, perché avevi la bacchetta di Hermione?"

 

Hermione e Harry raccontarono a Ron dei lori continui spostamenti, della notte a Godric's Hollow e del libro su Silente. Ron raccontò il suo soggiorno a casa di Bill e la sua ricerca di un modo per tornare da loro. Col passare delle ore l'atmosfera divenne meno tesa, Harry assaporò ogni istante di quel pomeriggio, lui, Hermione e Ron, seduti in cerchio a parlare, a ridere e a progettare piani per il futuro. Sapeva che tutto questo era destinato a finire, prima o poi. "Dobbiamo andarcene da qui" disse Hermione "prepariamoci". Nell'alzarsi le mani di Harry e Hermione si sfiorarono, i due si guardarono, Harry vide Hermione sorridergli impercettibilmente "E' meglio che la tenga tu" disse porgendogli la bacchetta. "Ah dimenticavo" intervenne Ron interrompendo quel magico istante "ho rubato una bacchetta a quei babbei, puoi usarla tu, Harry".

 

Si smaterializzarono in un'altra foresta e mentre Hermione eseguiva i soliti incantesimi di protezione, Harry e Ron montarono la tenda a colpi di bacchetta. Cenarono con quello che Ron aveva portato con sé al suo ritorno. Harry si offrì per il primo turno di guardia e mentre Ron si adagiava nel posto sotto del letto a castello non potè fare a meno di pensare che ventiquattro ore prima aveva fatto l'amore con Hermione proprio in quel letto. Ron notò la sua strana espressione "Ti scoccia se mi riprendo il mio posto?" "No, nient'affatto, buonanotte Ron". Harry guardò Hermione sdraiarsi nel suo letto, per fortuna non aveva sentito l'imbarazzante scambio di battute tra lui e Ron. La vide togliersi il maglione e rimanere in canottiera, infilarsi sotto le coperte e sdraiarsi sul fianco sinistro. Riusciva a vedere il suo viso anche da fuori la tenda, attraverso l'ingresso semiaperto. Dopo una decina di minuti, durante i quali Harry cercò di prendere confidenza con la sua nuova bacchetta, tornò a guardare attraverso l'apertura della tenda. Hermione si era addormentata, Harry si rivide di fronte alla tomba dei suoi genitori con Hermione al suo fianco che lo teneva per mano, e in quel momento capì di amarla.

 

 

4 – TEMO DI SI'

 

"Harry" sibilò Voldemort in costante movimento attorno a lui, creando un vortice nero dal quale era impossibile scappare. "Harry" Voldemort si bloccò e lo fissò inclinando leggermente la testa, alzò lentamente il braccio destro, la bacchetta in mano. Harry, incapace di reagire si rassegnò alla sua prematura dipartita. "Avada..."

 

Qualcosa gli toccò il braccio, spalancò gli occhi e realizzò di trovarsi ancora nella foresta, si era addormentato durante il suo turno di guardia ed Hermione era venuta a dargli il cambio. "Alzati" Harry si rimise in piedi "è così che pensi di proteggerci?" disse in tono amichevole ma mantenendo un'espressione seria che Harry trovò tremendamente sensuale. "Mi sono addormentato" si giustificò imbarazzato ma con voce ferma, cercando di non tradire nessuna emozione. "Questo l'avevo notato, dai entra, hai diritto anche tu a riposarti per qualche ora". Erano di nuovo uno di fronte all'altra, Hermione si voltò per un attimo a guardare la luna piena. Harry le si avvicinò, gli sfiorò il viso con la mano e la baciò. Sentì Hermione assaporare il bacio e l'atmosfera che aveva portato, poi, dopo pochi secondi, si allontanò. "Harry, non possiamo" disse affranta guardando per un secondo l'ingresso della tenda. Harry avrebbe voluto fare tante cose: prenderla per mano e baciarla di nuovo, gridarle addosso quello che provava per lei, dirle quanto era importante per lui in quel momento, ma non fece nulla di tutto ciò. "Sei innamorata di lui, vero?" si limitò a dire "Non ho mai detto questo" rispose Hermione sulla difensiva. "No, tu non dici mai nulla" disse affranto "E questo che significa?" rispose Hermione. Harry esitò, fece qualche passo per liberare la tensione che lo avvolgeva poi le rivelò la sua più grande paura "Non hai detto una parola...riguardo quello che c'è stato tra noi" osservò la faccia rassegnata di lei e continuò "Non ha significato niente per te, se non uno sfogo, un momento di debolezza?" la sua era un'affermazione più che una domanda. Hermione abbassò leggermente la testa per non guardarlo negli occhi e dopo un interminabile momento di silenzio gli rispose "Temo di sì, Harry". Harry non riuscì a nascondere il suo shock, si aggrappò alla tenda, realizzò di non essere più in grado di guardare Hermione in volto, nel suo inconscio aveva creduto che quella conversazione avrebbe avuto un lieto fine...ma si sbagliava. Si girò di scatto ed entrò nella tenda, avrebbe voluto scappare e dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non farlo, fu il sogno di Voldemort interrotto pochi minuti prima a ricordargli che aveva una missione da svolgere.

 

I giorni seguenti furono caratterizzati da un triste quanto bizzarro ribaltamento di situazione: se prima che Ron se ne andasse era quest'ultimo a litigare con Harry e a vivere momenti di equivoca tensione con Hermione, ora era proprio Ron a cercare di mediare all'inspiegabile (almeno per lui) atmosfera elettrica che segnava il loro viaggio. Un pomeriggio, mentre Harry stava tornando dopo aver recuperato un po' di bacche dalla foresta, sentì Ron e Hermione discutere a bassa voce. "Ma che gli prende a Harry in questi giorni?" sussurrò Ron "ce l'ha ancora con me perché ho tagliato la corda?" "No, Ron" rispose affabile Hermione "è normale che sia teso con tutto quello che sta passando". Per attimo pensò che Hermione avesse confessato a Ron quello che era successo la sera prima che lui tornasse ma poi la sentì continuare "tutta questa faccenda degli horcrux...è vero che siamo riusciti a distruggere il medaglione ma ora siamo da punto a capo, senza uno straccio di piano, senza una meta, o mi sbaglio?" "Temo di sì, Hermione" disse Harry, che nel frattempo era rientrato nella tenda, e ignorando la sorpresa negli occhi di lei e di Ron, continuò "a casa di Xenophilius Lovegood, e il momento di scoprire qualcosa di più sui Doni della Morte". Nessuno dei due osò contraddirlo e per un instante Harry si godette questa piccola vittoria. Il giorno stesso fecero visita al padre di Luna.

 

A casa Lovegood la storia procede seguendo le orme di quella originale: Xenophilius racconta loro molto di più sui Doni della Morte: la bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'invisibilità. Poi avviene l'attacco dei mangiamorte e la conseguente fuga.

 

 

Fatemi sapere se la storia vi piace, se arrivano le recensioni proseguo con la pubblicazione.

 

Posta una recensione

Devi fare il login (registrati) per recensire.