Durante il suo primo anno a Hogwarts non li aveva mai notati, probabilmente era l´unico anno dove aveva pensato solo allo studio. Pensandoci le veniva da ridere. In quel periodo era una delle migliori studentesse, ottimi voti, compiti consegnati sempre in anticipo, pozioni perfette e anche la sua bravura con gli incantesimi non era da meno.

Quando arrivó il secondo anno non smise di studiare, no, ma la sua attenzione non era piú concentrata solo sui doveri scolastici. Quando aveva del tempo libero correva in biblioteca. Cosa faceva in biblioteca una studentessa del secondo anno? Una Serpeverde? Poche persone frequentavano quel luogo e, spesso e malvolentieri, solo a causa di un assegnamento o quando il periodo degli esami si avvicinava. E allora perché Charis trascorreva ore e ore in quel posto dall´aspetto antico e per alcuni noioso, pieno di scaffali polverosi e libri dalle copertine rovinate? Lei leggeva, studiava con attenzione informazioni sui maghi del passato, su coloro che erano entrati nella Storia della Magia grazie alle loro gesta. Analizzava gli incantesimi antichi e esaminava con interesse gli ingredienti delle pozioni piú potenti ed efficaci. Spesso le sue fantasie riguardo al suo futuro la distraevano, si immaginava come sarebbe stato, un giorno, far parte delle streghe piú importanti e conosciute. Desiderava essere la migliore. Fu lí, in biblioteca, che conobbe una ragazza. Si chiamava Hermione Granger, faceva parte della Casa dei Grifondoro e anche lei trascorreva il suo tempo libero in biblioteca. Probabilmente non condividevano gli stessi interessi ma entrambe amavano la lettura. La piccola Grifondoro studiava sempre, leggeva libri sulla storia di Hogwarts, sui maghi e streghe piú famosi, oppure libri che la aiutavano a completare le sue ricerche. Le due ragazze non parlavano spesso, non erano nemmeno amiche ma ogni tanto si scambiavano due parole o confrontavano i libri che leggevano. Il rapporto che si era creato tra le due era la cosa piú simile all´amicizia che Charis avesse mai sperimentato.

Il tempo passava lentamente.

La giovane Serpeverde inizió ad alternare le giornate passate in biblioteca a quella passate all´interno della scuola o in giardino. Fu proprio questo piccolissimo cambiamento che portó la ragazza ad osservare gli altri studenti. Non lo faceva perché provava dell´interesse o desiderava far amicizia con qualcuno, no, semplicemente non c´era altro da fare. Poteva andare a vedere le partite di Quidditch oppure giocare a scacchi con i suoi compagni ma lei era diversa dagli altri. Questo era causato dal modo in cui era stata cresciuta. La sua infanzia era stata alquanto triste, sotto il punto di vista di un normale bambino. Fredda, un´educazione rigida, nessun bambino con cui poter giocare e scherzare. Charis proveniva da una famiglia purosangue e di conseguenza, fin da piccola, le avevano insegnato a star alla larga dai babbani e non far amicizia con i mezzosangue. Ancora adesso non riusciva a capire il perché ma non aveva mai osato disobbedire ai propri genitori. Hermione non era una purosangue, gliel´aveva confessata la ragazzina durante uno dei tanti pomeriggi trascorsi tra i libri, ma lei si era limitata ad alzare le spalle come se nulla fosse. Infondo non era una sua amica, non aveva infranto nessuna regola. Si chiedeva se all´interno della sua Casa tutti fossero dei purosangue. Aveva sentito tante cose sui maghi e sulle streghe che erano stati smistati in Serpeverde e quasi nessuna era positiva. Si diceva che tutte le persone uscite da Serpeverde si fossero schierate dalla parte di Voldemort. E si diceva anche che i maghi provenienti dalla Casa Verde fossero cattivi e senza cuore.  Tutte le voci negative riferite alla sua Casa non le interessavano, cosí come non le interessavano le persone che camminavano accanto a lei. Era seduta su una delle panchine situate nel giardino. Notó una ragazzina dai capelli ricci, quasi impossibili da domare, in compagnia di due altri ragazzi. La ragazza in questione era Hermione e il ragazzo che portava un paio di occhiali da vista era sicuramente Harry Potter, il ragazzo con la patetica cicatrice a forma di saetta. Si chiedeva perché fosse cosí famoso. Sembrava un normalissimo ragazzo dall´aspetto alquanto noioso. Il secondo ragazzo era probabilmente uno dei fratelli Weasley. Ne era sicura siccome spesso aveva ascoltato alcune conversazioni avvenute nella Sala Comune dei Serpeverde riguardo alla famiglia Weasley. Spesso le frecciatine partivano da Draco Malfoy, colui che non riusciva a sopportare che un poveraccio come Ron frequentasse Hogwarts. Lei non partecipava mai a quelle discussioni, preferiva rimanere in disparte, seduta su una delle poltrone presenti in quella sala e ascoltare di tanto in tanto ció che si dicevano i suoi compagni. Solitamente non si dicevano nulla di interessante, si lamentavano dei compiti oppure prendevano in giro le persone delle altre Case. Se dobbiamo dire la veritá era sola. Sola con i suoi pensieri e i suoi libri, ma tutto ció non sarebbe durato a lungo. Il suo impegno durante il secondo anno non serví a nulla siccome gli esami furono cancellati, quasi tutti gli studenti urlarono di felicitá al sentire quella notizia provenire dalla bocca di Albus Silente, il loro preside. Il suo sguardo percorse i tavoli delle altre Casa e quando si soffermó sul tavolo di Grifondoro notó due ragazzi dai capelli arancioni ridere di gusto. Erano i gemelli Weasley. Era possibile distinguerli? Poi ritornó con lo sguardo verso i professori, sicuramente era un sollievo non dover correggere gli esami di tutti gli studenti ma allo stesso tempo non era una cosa del tutto positiva. Lei rimase impassibile. Non le importava degli esami.

Arrivó anche il terzo anno. Fin dal primo giorno notó di esser osservata e quella sensazione la disgustava, non voleva esser al centro delle attenzioni di qualcuno. Inizialmente ne era davvero infastidita ma con il passare dei giorni smise di farci caso. La piccola Charis non era piú quella ragazzina impassibile di fronte a qualsiasi cosa, i due anni passati a Hogwarts e le estati trascorse da sola e tra pranzi di famiglia le avevano concesso il tempo di pensare. E qualcuno aveva notato questo cambiamento. Non trascorreva piú le sue giornate in biblioteca, preferiva prendere in prestito i libri per poi leggerli all´aperto. Durante le esercitazioni di Duello il suo sguardo era cambiato. Continuava a guardare gli avversari con disinteresse ma nel suo sguardo vi era anche una scintilla di superioritá. Quegli occhi color smeraldo erano cambiati. Se prima era una delle migliori a Pozioni adesso era la migliore. I segnali del suo cambiamento non erano cosí evidenti, ma un attento osservatore non potrebbe sorvolare su un cambiamento del genere. E infatti Draco Malfoy non lo fece. Conosceva Charis da due anni, entrambi adesso frequentavano il terzo anno ed entrambi facevano parte della stessa Casa. Ricordava esattamento la Cerimonia dello Smistamento, ricordava quella ragazzina dai capelli corvini dirigersi verso lo sgabello. Ricordava il suo sguardo vuoto, non curante di ció che stava succedendo. Si disse che sarebbe finita a Tassorosso, non sembrava una persona coraggiosa né ambiziosa, ma appena il Cappello Parlante fu posato sulla sua testa, il Cappello sorrise e urló:“Serpeverde!“ Draco rimase spiazzato da quella scelta, ma infondo il Cappello non sbagliava mai. E Draco, osservando la ragazza all´inizio del terzo anno, sorrise sapendo che era nella Casa giusta, nella Casa delle Serpi. Non le aveva mai rivolto la parola e che sapesse nessuno aveva mai parlato con lei. Non era mai intervenuta durante le loro conversazioni e non avendo mai parlato con lei non era certo di come avrebbe potuto reagire a un suo avvicinamento. Anche per questo motivo, durante l´estate, aveva cercato alcune informazioni sul suo conto. Charis Dolohov proveniva da una famiglia purosangue, nulla che sorprese il giovane Malfoy, gli studenti che facevano parte della Casa Serpeverde, secondo lui, dovevano essere purosangue, non poteva essere altrimenti. Ció che gli fece spalancare gli occhi fu un´altra cosa.

L´ennesima lezione di Pozioni, l´ennesimo complimento pronunciato da Piton riguardo al suo lavoro svolto in classe, l´ennesima volta in cui era stata la migliore. Quando la lezione finí tutti andarono verso il proprio banco per prendere gli appunti e i libri per poi avviarsi verso il corridoio, a minuti sarebbe iniziata un´altra lezione. Era sollevata, non era stato piacevole passare un´ora con gli studenti di Tassorosso e era certa che nemmeno il professore ne era entusiasta. La Serpeverde prese il libro di Pozioni e il suo piccolo quaderno degli appunti per poi uscire dall´aula. Non era sicura se l´ora successiva fosse Incantesimi o Storia della Magia, si chiese se fosse saggio seguire i suoi compagni dato che, con molta probabilitá, la maggior parte non si stava dirigendo ancora in classe. Sospiró per poi dirigersi verso le scale che l´avrebbero portata al primo piano. Le giornate erano diventate dannatamente noiose e ció non era causato dalle sue giornate, lei adorava leggere e rilassarsi all´ombra di un albero, la noia era causata dalla monotonia delle lezioni. Non sbagliava mai, sapeva sempre la risposta giusta, riusciva a battere la maggior parte degli studenti che sfidava, era tutto cosí semplice. Lei desiderava una sfida, qualcosa che la costringesse ad impegnarsi. Mentre pensava a ció non si accorse di Hermione, la quale stava andando verso l´aula di Pozioni. La giovane Grifondoro le rivolse un timido ciao per poi accellerare il passó e sparire dalla sua vista. Charis sussurró un saluto a sua volta e giró a destra, senza prestare molta attenzione agli studenti che camminavano lungo il corridoio.

„Oh, scusa!“

Uno dei gemelli Weasley le raccolse immediamente il libro e il quadernetto degli appunti che le era caduto a causa del suo piccolo momento di distrazione. Charis rimase leggermente spiazzata, si chiese come avesse fatto a non notare qualcuno che veniva dalla sua parte. Afferró i libri che il ragazzo le porse e fece per ringraziarlo ma notó che l´attenzione del Grifondoro era rivolta ad altro.

„Antonin Dolohov?“

Fred Weasley, dopo esser finito contro una ragazza, le aveva raccolto i libri che aveva fatto cadere, ma con essi era caduto anche un bigliettino bianco con due parole scritte sopra. La sua curiositá prevalse e non poté fare a meno di dare un´occhiata ma ció che lesse lo lasció senza parole.

„Antonin Dolohov? Cosa?“

Charis non capí perché il ragazzo avesse tirato fuori quel nome. Era probabile che era a conoscenza di chi fosse?

 

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