Quella mattina il cielo era plumbeo, carico di lacrime non ancora versate e James Sirius Potter, figlio del famoso Harry, sopravvissuto a Voldemort da neonato e da adolescente, doveva sostenere uno dei primi allenamenti di Quidditch, sarebbe stato un gran giocatore, Cacciatore proprio come sua madre, che avrebbe condotto la sua squadra alla vittoria.

 

Quella stessa mattina però non tutto andò come doveva. La prima lezione di volo con Madama Bumb non andò granché, siccome la scopa appartenuta ad Harry non propriamente obbediva al giovane James… (d’altronde, si sa, ogni mago deve avere una propria scopa, è come se quest’ultima fosse una seconda bacchetta).  Così come incoraggiamento delle selezioni di Quidditch, i suoi genitori (avuti anch'essi in gloria nella squadra) gli regalarono una scopa, niente di meno che una Nimbus tremila HQ, che arrivò proprio quella mattina a colazione portata da un gufo spennacchiato.

 

La partita cominciò: James si mise a cavalcioni sulla sua nuova scopa, un po’ spaventato dalla fama di quest’ultima, che vantava velocità pazzesche e dall’altezza. Ed ecco che Mike McDorney, Grifondoro anche lui, gli passò la Pluffa, un gesto tanto fulmineo che per millesimi di secondi James rimase immobile con la sfera di cuoio tra le mani senza saper cosa fare. Fu, per così dire smosso, da un Bolide super veloce che lo colpì in pieno petto; James cadde dalla scopa inerme, ma la sua Nimbus sfrecciò fino a riaverlo di nuovo in groppa. Allora Potter si tenne alla sua fedele, nuova amica e superando i duecentocinquanta km/h, evitando i Bolidi, i Battitori avversari in cui si imbatteva e altri Cacciatori che gli stavano alle costole riuscì a guadagnare i primi (di una lunga serie) dieci punti della sua prima partita, anche se amichevole, a Quidditch.

 

Fu contentissimo quando gli annunciarono che era un nuovo Cacciatore della squadra dei Grifondoro, anche se fungeva da riserva; molti giurarono di aver visto nei suoi occhi tanta brama di riuscire, come se quella Pluffa fosse lanciata attraverso il cerchio in modo da essere personificazione dello stesso James, che desiderava superare i suoi limiti e vincerli.

 

 

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