Note alla storia

Questa storia l'ho scritta per il contest "Old fashion and...seasons" di Emily Alexandre, pubblicato su EFP.

Per il contest si doveva scegliere un personaggio tra quelli proposti, una stagione e in seguito ad ogni partecipante veniva assegnato un oggetto.

Io ho scelto James Potter e l'estate; l'oggetto è il carillon.

Era un cielo incredibilmente azzurro quello che si affacciava sopra l’immensa distesa di papaveri rossi, intervallato solo da qualche piccola nuvola bianca come il latte; nessuna di loro pareva aver voglia di interferire con quell’insolito sole caldo, che solo di rado abbracciava la Scozia.

Gli uccelli però non se ne curavano, intenti com’erano a rincorrersi cinguettando, accarezzando di quando in quando l’erba dei prati che, mossa dal vento, gli solleticava il ventre, lasciando il campo libero ad un giovane mago che a cavallo della sua scopa zigzagava euforico ad una trentina di metri da terra.

Aveva i grandi occhi scuri, lucenti come stelle, il volto arrossato ed un ampio sorriso che non riusciva a togliersi dalla faccia.

Planò a tutta velocità verso il campo di papaveri fino a sfiorarli con la coda della scopa, mentre tendeva il braccio sinistro per raccoglierne qualcuno. In prossimità del fiume si alzò bruscamente, memore della caduta della volta precedente, e spedito oltrepassò la collina.

Una volta giunto nel paese, discese pigramente, quasi a toccare terra, lasciandosi condurre dalla scopa fino all’uscio di una strana casa, apparentemente barcollante, dalla porta rossa.

 

- C’è nessuno? – chiese James Potter, varcando la soglia del “Tu lo sogni, noi lo facciamo”, un piccolo negozietto semisconosciuto nel paese vicino a Godric’s Hollow, Apple Town.

Un vecchietto arzillo con una barba più lunga di quella di Silente, gli andò incontro e gli strinse la mano con tanto vigore, che gli occhiali barcollarono dal volto di entrambi.

- Lei è qui per ritirare il carillon, vero? – domandò, indicandolo con il dito tozzo.

James annuì ed il vecchietto tirò fuori dal cassetto una scatola, che aprì davanti a lui: ne rimase estasiato e sorridendo pagò il conto.

- È per una persona speciale immagino. – commentò il vecchietto, incartando il carillon.

- Oh, sì. – ammise James – Mia moglie. Sa, proprio ieri mi ha fatto un bellissimo regalo…

*****

Arrivò a casa in un baleno e fece molta attenzione a non fare rumore aprendo la porta; varcato l’uscio, depose con cura il dono sul caminetto e a passo felpato si diresse verso la camera, da dove provenivano voci concitate.

- Sono tornato. – annunciò per avvertire della sua presenza, ma nessuno parve dargli importanza finché non fece capolino nella stanza.

Al centro del letto, appoggiata ai guanciali c’era Lily; i lunghi capelli rossi raccolti sulla testa, gli scintillanti occhi verdi che sorridevano e si beavano dei gorgoglii del suo piccolino in braccio al suo padrino.

- Alla buon’ora, Prongs, pensavamo avessi perso la via di casa! – lo salutò un altro ragazzo, seduto sul bordo del letto.

 

- Lo sai, Wormtail, che da quando Prongs è diventato papà non capisce più nulla! – rise di gusto la donna salutando il marito, ormai accanto a lei, con un bacio.

 

- E prima che scusa aveva allora? – scherzò Moony, accanto a Sirius, in attesa che arrivasse il suo turno e poter finalmente tenere Harry in braccio.

 

- Ti ho raccolto questi, - disse James, porgendo i fiori alla moglie – Hai sentito anche tu uno strano ronzio? Ah, sì, siete voi! Buongiorno ragazzi!

 

I tre Malandrini cominciarono chi a fischiare (Sirius), chi a tirare cuscini (Remus), chi a lanciare incantesimi solleticanti (Peter), sotto gli occhi di una divertita Lily, che, sebbene avesse alle spalle un parto, era più vivida e florida che mai.

 

Anche Harry sembrava divertirsi, gorgheggiando, passando dalle braccia di Sirius a quelle di Remus, dato che Padfoot si era lanciato a stuzzicare l’amico, con l’aiuto di Peter.

 

I tre ragazzacci si fermarono solo quando fu il momento di dare da mangiare al piccolo; quando Harry fu tra le braccia della sua mamma, James le si appollaiò vicino e i tre malandrini si accomodarono ai piedi del letto.

 

Nella stanza era sceso il silenzio: solo i versi del piccolo, che beato si gustava la merenda dal seno materno, riempivano l’aria; i cinque adulti erano rapiti da quel fenomeno straordinario, il solo in grado di farli evadere dalla guerra che li circondava.

 

*****

 

Era quasi il tramonto quando la famiglia Potter rimase sola.

Lily si era assopita, abbandonata sui cuscini e James, scartando l’idea di svegliarla per mostrarle il suo regalo, l’aveva sistemata in modo che stesse comoda; aveva poi premurosamente controllato per l’ennesima volta il figlioletto che dormiva beatamente nella culla, sistemandogli lenzuolo e copertina.

Avevano ragione; era identico a lui ed era una sensazione strana. Era come vedere se stesso da piccolo, almeno dalle migliaia di foto che gli avevano mostrato i suoi genitori e che aveva imparato a conoscere a memoria.

Gli brillarono appena gli occhi, ma quanto bastava per appannare leggermente gli occhiali, mentre osservava che anche la posizione nel dormire era la sua; a pancia in su, con le braccia in alto, ai lati della testa; non si capacitava che quel piccolo esserino, che aveva passato nove mesi, di ansie e di paure per il costante pericolo in cui incorrevano come membri dell’Ordine, dentro la sua Lily, potesse somigliarle così poco.

In religioso silenzio, James uscì dalla stanza, diretto al salotto, dove riprese il pacchetto che vi aveva deposto all’arrivo. Lo studiò qualche minuto, poi lo portò con sé in giardino.

Seduto sul dondolo, con gli occhi socchiusi, godeva della brezza della sera, un po’ troppo fresca rispetto all’assolata giornata. I grilli e le cicale facevano a gara per farsi sentire, mentre le foglie rigogliose vibravano al vento che le scompigliava non appena trovavano pace.

Il sole stava dando la buonanotte lanciando gli ultimi infuocati bagliori, prima dell’arrivo della timida luna.

Era in una serata come quella che aveva sposato Lily, l’unico momento in cui la maggior parte dell’Ordine poteva essere presente; ricordava che i Malandrini si erano dati parecchio da fare per le decorazioni e i giochi di luce che avevano preparato gli avevano mozzato il fiato. Non quanto la vista di Lily in abito bianco, però; Padfoot sosteneva che aveva dovuto addirittura reggerlo per l’emozione e James non faticava a crederlo.

 

Di sicuro ricordava perfettamente quella del giorno prima; quando la Guaritrice gli aveva messo tra le braccia un fagottino roseo che agitava le manine e spalancava la bocca, stupito di trovarsi in un posto così diverso dall’intimità a cui era abituato.

Aveva alzato gli occhi su Lily, uno sguardo veloce per assicurarsi che stesse bene, e lei, nonostante fosse distrutta, lo aveva ricambiato. In quel momento, pensava James, aveva colto l’enorme cambiamento che aveva subito Lily nell’ultimo anno; non era più una ragazzina, ma una splendida donna.

 

Riportò la mente al presente quando Palladipelo gli saltò sulle ginocchia, evidentemente voglioso di coccole.

- Non sarai mica geloso di Harry, vero? – lo canzonò mentre gli solleticava le orecchie, facendolo miagolare di piacere.

- Vuoi vedere cos’ho preparato per Lily? – chiese retorico – Va bene, non l’ho preparato proprio io… però insomma ho dato l’idea… sai, è consuetudine regalare alla neomamma qualcosa di speciale…

Prese il pacchetto e lo sfasciò con cura; sapeva fin troppo bene che Lily ci teneva ai regali ben confezionati perché era molto diligente nell’aprirli: partiva dal nastro, poi i lati, senza mai strappare la carta. Cosa che lui invece faceva puntualmente. Di proposito. In quel momento però voleva solo controllarlo ancora una volta, per accertarsi che funzionasse tutto correttamente.

- Vedi? – mostrò al gatto la scatola di legno intarsiato.

Ma Palladipelo non sembrava dargli retta dal momento che le carezze erano finite.

- È un carillon.

Aprì il coperchio e una musica flautata iniziò a fuoriuscire e mentre Palladipelo, colto alla sprovvista, si metteva sull’attenti, una ballerina dalle sembianze di Lily, che tra le braccia teneva qualcosa che assomigliava ad un bebè, cominciò a piroettare a tempo di musica.

- Questa, credo che si chiami “Danza Cinese”, è una musica Babbana, ma a Lily piace tanto!

James si grattò la testa con la mano libera, leggermente perplesso su come le potesse piacere una musica tanto strana.

Intanto, alla ballerina si era aggiunto un cerbiatto che anziché danzare, le girava intorno; la battuta dopo fu la volta di un cagnolino nero e quella successiva di un luppetto e un topolino, tutti insieme ordinati in un perfetto girotondo. Infine, sullo sfondo, piccoli gigli si dischiudevano mentre libellule e lucciole volavano danzando in un piccolo valzer.

 

- James! – la voce di Lily alle sue spalle lo colse di sorpresa, ma non tanto da far cadere il carillon a terra. – È…

- Ti piace? – la interruppe lui, impaziente di sapere la risposta.

- Se mi piace? È bellissimo!

Lily aveva i capelli arruffati e il volto di chi aveva ancora chiaramente bisogno di sonno, ma i suoi occhi e il suo sorriso erano raggianti. In un passo fu accanto al marito e fece saltellare via Palladipelo prendendo il suo posto.

- Lo fai ripartire, amore? Credo di aver perso l’inizio. – gli chiese, circondandogli il collo con il braccio e arruffandogli i capelli con la mano, come solitamente faceva lui.

- Tutte le volte che vuole, mia signora! – e con un colpo di bacchetta fece ripartire l’incanto.

 

Terminata la musica, James si volse verso Lily, che aveva appoggiato la testa alla sua spalla.

- Ehi, - le disse carezzandole la guancia con le dita – Ti devo ringraziare per il tuo regalo.

Lily si raddrizzò con le labbra piegate in un enorme sorriso.

- È bellissimo, vero? – chiese ansiosa e James annuì – Ma non so se sarai così contento quando dovrai cambiarlo sei volte al giorno… - commentò poi ridacchiando, mentre si riappoggiava al marito.

- Ci stavo giusto pensando, Lily; credo sia meglio dividerci i compiti. Io gli insegno a giocare a Quidditch…

- Non ci provare, James!

- Magari anche a diventare Animagus…

- Jaaaaames!

 

 

Note di fine capitolo

Questa storia è arrivata settima, con il seguente giudizio:

Grammatica e sintassi: 19.8/20 Stile e lessico: 18.75/20
Originalità: 15/15
Caratterizzazione del personaggio principale: 15/15
Trama: 20/20
Giudizio personale: 9.5/10
Totale: 98.05
Inizio dicendoti che la tua storia è molto piacevole da leggere, delicata e romantica; purtroppo la presenza di alcune frasi troppo lunghe di cui si perde il filo e, al contrario, di altre eccessivamente frammentate da virgole, ha penalizzato un po’ i primi due punti. Per il resto non ho molto da dire, James e gli altri personaggi sono perfetti, l’estate si percepisce chiaramente e fa da sfondo ad un bellissimo frammento di vita di cui raramente ho letto. Il carillon poi è assolutamente delizioso e perfetto! Davvero molto brava! Grazie per aver partecipato e per avermi deliziato con questa adorabile storia.

 

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