Note alla storia
Titolo in italiano: senso.Note al capitolo
E' precisamente una doppia drabble di 200 parole. Tocco.
«Toccarla è l’esperienza più bella – e disastrosa – della mia vita».
Quel giorno era diverso. Lo aveva sentito nell’aria, come un profumo persistente; ne ebbe la certezza assoluta, quando Sirius lo accolse sulla soglia di Grimmault Place.
«Animo, Lunastorta! Ho qualcuno da presentarti!» Gli ululò contro.
Lo guardò perplesso, ma quel pulcioso ghignò, piazzandogli sotto al naso una specie di rapa con i piedi.
No, si era sbagliato. Era una donna dai capelli color-rapa.
Ebbe appena il tempo di udire «Ciao, sono Ton-» che un ‘crack’ annunciò la solita litania delirante della Signora Black, mentre la ‘donna-rapa’ gli precipitava addosso.
«Traditori, feccia, abomini…»
Sirius sibilò maledizioni, arrampicandosi per le scale «Zitta, dannata!» Abbaiò.
Una voce flebile pigolò «S-scusa…» e solo allora si ricordò di lei – e del suo tocco.
«N-non c’è problema…» borbottò lui, scostandosi frettolosamente.
Tonks ridacchiò «Ricominciamo: mi chiamo Tonks, piacere», fece, porgendogli la mano.
Lui tossì «Remus».
Mentre gli stringeva la mano, lo sentì.
[Quel tocco. Avrebbe voluto provarlo ancora]
Era come un fulmine. Pauroso ed elettrizzante.
Due secondi e Tonk inciampò nei suoi piedi, tirandoselo dietro.
Certo, sarebbe stato più romantico se Sirius non avesse cominciato a starnazzare come un'oca, rischiando di schiantarsi per le scale.
Quel giorno era diverso. Lo aveva sentito nell’aria, come un profumo persistente; ne ebbe la certezza assoluta, quando Sirius lo accolse sulla soglia di Grimmault Place.
«Animo, Lunastorta! Ho qualcuno da presentarti!» Gli ululò contro.
Lo guardò perplesso, ma quel pulcioso ghignò, piazzandogli sotto al naso una specie di rapa con i piedi.
No, si era sbagliato. Era una donna dai capelli color-rapa.
Ebbe appena il tempo di udire «Ciao, sono Ton-» che un ‘crack’ annunciò la solita litania delirante della Signora Black, mentre la ‘donna-rapa’ gli precipitava addosso.
«Traditori, feccia, abomini…»
Sirius sibilò maledizioni, arrampicandosi per le scale «Zitta, dannata!» Abbaiò.
Una voce flebile pigolò «S-scusa…» e solo allora si ricordò di lei – e del suo tocco.
«N-non c’è problema…» borbottò lui, scostandosi frettolosamente.
Tonks ridacchiò «Ricominciamo: mi chiamo Tonks, piacere», fece, porgendogli la mano.
Lui tossì «Remus».
Mentre gli stringeva la mano, lo sentì.
[Quel tocco. Avrebbe voluto provarlo ancora]
Era come un fulmine. Pauroso ed elettrizzante.
Due secondi e Tonk inciampò nei suoi piedi, tirandoselo dietro.
Certo, sarebbe stato più romantico se Sirius non avesse cominciato a starnazzare come un'oca, rischiando di schiantarsi per le scale.
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