Note alla storia
Dov'è Charlie? Non sappiamo molto di questo Weasley, per cui ... me lo immagino a modo mio. E voglio vederlo in quello che ormai è il suo ambiente.
Charlie arrivò alla soglia della sala riunioni della riserva quando il sole iniziava appena a fare capolino fra i rami. Non era certo di aver fatto bene a tornare al lavoro lasciando la famiglia alle prese con i problemi. Erano passati un paio di giorni dalla presa di potere di Colui – Che – Non – Può – Essere – Nominato e Remus, Kingsley ed i suoi genitori lo avevano praticamente costretto a tornare in Romania al suo lavoro ufficiale nella riserva ed a quello ufficioso di anima della resistenza al Signore Oscuro.
Silente morto, il Ministero in mano ai Mangiamorte, Ron chissà dove con Harry ed Hermione, Ginny costretta a breve a tornare in una scuola dove il preside non poteva più proteggere gli allievi: tutto il suo mondo e le sue certezze sembravano così cambiati…
L’unico punto fermo era rimasto il suo lavoro ed il suo piccolo alloggio da scapolo che ora era l’unico rifugio possibile, fuori del paese, per la sua famiglia in caso di pericolo.
Aprì la porta della sala riunioni, entrò e si sedette in attesa dei colleghi per pianificare il lavoro della giornata.
La porta si riaprì ed entrò Irina Ivanovich. “Ehi, Weasley, sei tornato. Dimmi del matrimonio. Voglio sapere tutto. Come era vestita la sposa, le damigelle, gli invitati. Forza. Non farti strappare le parole da bocca.” La collega, una solida quarantenne che non aveva perso la speranza di sposarsi, era già pronta a commuoversi.
Fortunatamente per Charlie iniziarono ad entrare alla spicciolata gli altri colleghi per la riunione mattutina; fra saluti, sbadigli ed aggiornamenti passarono i minuti ed entrò il responsabile del personale, Igor Karpav.
“Buongiorno. Prima di iniziare, vorrei farvi conoscere un nuovo acquisto: Sandra Gregoro.” Così dicendo, Igor si spostò di lato.
Una bassa figura avvolta in modo informe nel mantello avanzò e, alzando la mano guantata, si liberò del cappuccio. Gli occhi erano coperti da grossi occhiali da sole, un cappello di lana le copriva i capelli fino alla fronte ed una sciarpa le avvolgeva il viso: in conclusione l’unica parte visibile di tutto il corpo era una minuscola striscia tra gli occhiali e la sciarpa.
Tutti la guardarono stupiti e si sentirono commenti e risolini da ogni parte.
“Ehm… Sandra deve evitare di esporsi agli agenti atmosferici per un raro problema della pelle che non sto a spiegarvi. Vi prego di aiutarla ad ambientarsi; è una giovane molto preparata ed è molto capace nella cura dei nostri amici sputa fuoco. Ora, il piano della giornata. Rudolf ha passato la notte a controllare le madri in cova insieme a Richard, Andrea e Stefanie. Mary, Frank, Josè ed Antonio li sostituiranno per il primo turno.”
I quattro nominati si alzarono per recarsi ai punti di cova.
“Charlie, accompagnerai Sandra a conoscere la riserva e poi sostituirete Sean e Delia nella cura dei draghi ammalati che si faranno avvicinare. Non c’è bisogno che ti ricordi le regole di sicurezza da rispettare, vero?” Igor sorrise.
Tutti i colleghi di maggior anzianità lavorativa ridacchiarono ricordando i trascorsi spericolati del rosso, mentre i più giovani lo immaginavano in compagnia di quel muto fagotto informe per il resto del giorno.
Annuendo tristemente, Charlie si alzò dal suo posto e, ricordando le buone maniere inculcategli a suon di ceffoni dalla madre, aprì la porta della sala e tese la mano a Sandra per darle la precedenza. Fu colpito dal moto istintivo della nuova arrivata che arretrò verso il muro evitando la sua mano.
Si incamminò nel corridoio verso gli spogliatoi ed indicò alla collega due porte una di fronte all’altra.
“Allora: qui c’è lo spogliatoio maschile e quello è il femminile. Troverai un armadietto con il tuo nome sopra e la chiave nella serratura: dentro ci sono gli indumenti protettivi da indossare. Sono assolutamente proibiti i mantelli. Se vuoi rimanere coperta, troverai come sostituire i tuoi indumenti con altri ignifughi e mi raccomando: usali. Ci troviamo qui tra cinque minuti. Vedi di farteli bastare.” Con un eloquente sguardo sfiduciato il rosso entrò nello spogliatoio, si avvicinò al proprio armadietto e si dette da fare per sostituire i propri abiti con la tenuta di sicurezza riuscendoci in meno di tre minuti. Si fiondò fuori dalla porta convinto di dover aspettare la collega, ma fu sorpreso nel trovarla già pronta, completamente coperta, intenta a leggere l’opuscolo informativo, corredato di mappa, relativo alle attività della riserva.
“Sei veloce a cambiarti. Dovresti proprio partecipare alle nostre gare periodiche: io sono il campione ed il mio record è di due minuti e quarantasette secondi, ma tu sei stata ben più veloce di me. Accetti la sfida?” Il sorriso di Charlie avrebbe sciolto un iceberg.
Sandra si limitò a scuotere la testa in segno di rifiuto, chiuse l’opuscolo e rimase in attesa.
Sospirando, il rosso si limitò a farle segno di seguirlo e si avviò verso la più vicina radura.
“Dunque.” Il tono monotono ricordava vagamente quello di una guida turistica. “La riserva si sviluppa in un raggio di 70 chilometri, con variazioni di altitudine da 25 a 1200 metri sul livello del mare. La vegetazione è stata opportunamente modificata per offrire l’habitat ideale alle diverse specie conosciute. Abbiamo ricavato due laghi artificiali per le specie anfibie ed ovviamente sia nei laghi che nelle foreste è stata introdotta la fauna necessaria all’alimentazione dei nostri lucertoloni. La riserva è protetta da ogni possibile intrusione dalla terra e dall’aria mediante incantesimi dissuasori dei Babbani, sofisticati Sortilegi Scudo e così via. Le radure sono a distanza fissa l’una dall’altra sia in piano che in altitudine ed una su tre è stata attrezzata con il necessario per gli interventi d’urgenza. Alcuni dei draghi, i più anziani, hanno imparato la dislocazione dei punti di soccorso ed hanno abbastanza fiducia in noi da recarsi lì ad aspettarci quando stanno male. Comunque per avvicinarsi e curarli dobbiamo Appellare gli altri Guardiadraghi ed usare gli Schiantesimi.”
Il brivido che scosse Sandra lo stupì.
“Anche a me non fa piacere Schiantare i draghi, ma dopo aver passato anche tu qualche anno in loro compagnia, capirai che ci sono momenti in cui non si può fare altrimenti.” Charlie fissò la collega cercando di vedere i suoi occhi dietro le lenti scure.
Si inoltrarono nella foresta in direzione della successiva radura e fra i rami intravidero un movimento.
“Capperi in salamoia! Queste sono tracce di sangue, guarda.” Il rosso mostrò delle macchie bluastre sui cespugli. “Dall’altezza delle macchie si direbbe che si tratta di un cucciolo. Non so se riusciremo ad avvicinarlo: solitamente sono guardinghi ma se feriti lo sono di più.”
Una dolce melodia lo riscosse mentre seguiva con gli occhi la direzione delle macchie.
Si voltò stupefatto e si rese conto che Sandra cantava. La sua voce era dolce, morbida e carezzevole. Non capiva le parole, ma la melodia lo tranquillizzava.
Un rumore tra i cespugli lo fece voltare di scatto, la bacchetta in mano, e quello che vide gli sembrò un’allucinazione.
Un cucciolo di Ungaro Spinato si avvicinava zoppicando, lo sguardo fisso sulla strega mascherata che continuava a cantare con la mano tesa.
Charlie fece per muoversi, puntando la bacchetta verso il drago, ma una forza immane lo spinse indietro e si rese conto che era stata Sandra a spingerlo indietro con un incantesimo.
Seduto a terra la vide avanzare verso il cucciolo, continuando a cantare, posargli la mano sul muso e carezzarlo dolcemente.
L’Ungaro Spinato iniziò a produrre uno strano rumore, simile al ronfare di un gatto che fa le fusa, poi alzò la zampa anteriore destra mostrando un ampio squarcio da cui colava lento il sangue.
Sandra continuò a cantare mentre passava la bacchetta sulla ferita, più e più volte, fino a che la ferita si richiuse ed il sangue finì di colare.
Il cucciolo strofinò il muso spinoso sulla spalla della strega prima di voltarsi e ritornare nel profondo della foresta.
Appena il drago scomparve Sandra si voltò verso il collega.
“Scusa se ti ho buttato a terra: ti sei fatto male?”
La voce melodiosa della strega riscosse Charlie dallo sbalordimento.
“Sono anni che sono qui e non ho mai visto niente del genere. Come Morgana hai fatto?”
“Non ho paura dei draghi: li amo e li rispetto e lo canto in un linguaggio che ho inventato. Sembra che funzioni, mi capiscono o forse sentono che non sono un pericolo per loro. Non so il motivo, ma il risultato non è male.” Sandra rispose lentamente, come se facesse fatica a scegliere le parole.
“Insomma ci sai fare con i draghi. Complimenti.” Charlie si inchinò sorridente.
“Già, almeno con loro…” A mezza voce le parole di Sandra gli arrivarono alle orecchie.