Note alla storia

Dedicata a Mapina e Ladyhawke, le mie fide lettrici e consigliere.
Questa storia è nata per caso, da un'idea che avevo da tempo... Ladyhawke ha insistito perché la sviluppassi, quindi se questa follia ha preso forma è colpa sua! XD
“Avanti, James, sono incinta, non malata! Sono perfettamente in grado di badare a me stessa, perché ti preoccupi tanto?” chiese Lily in tono esasperato, fissando il marito intento a rovistare nell’armadio, in cerca di qualcosa da indossare.
“C’è una guerra là fuori, Lily, ed io non voglio lasciarti sola in casa nelle tue condizioni quando sono fuori la notte!” fece lui, lasciando cadere l’accappatoio sul letto e iniziando a vestirsi.
“Ma insomma, vuoi smetterla di trattarmi come un’impedita?” protestò lei, stizzita.
“Non sei affatto impedita, amore, sei semplicemente in una condizione particolare. Non ho intenzione di far correre rischi a te e al bambino, mi hai capito?”.
Lily sbuffò, e alzò gli occhi al cielo. “Bene, quindi chi verrà a farmi da baby sitter stasera?”.
“Sirius”.
“Sirius? Non Credo ne sarà entusiasta, nel tempo libero dai servizi per l’Ordine ho idea che abbia di meglio da fare che venir a fare la balia a me, soprattutto di notte”.
“Ma no, non aveva nessun impegno, quindi può venire qui senza problemi”.
“Ma sei proprio sicuro che sia davvero necessario?” chiese lei, speranzosa.
“Smettila di fare i capricci, ti ho detto che non cambierò idea!” esclamò James, riemergendo da sotto il cassettone con un paio di scarpe tra le mani.
“Ma James, non credo che io e lui avremo niente da dirci, in fondo non siamo praticamente mai stati da soli! Lo conosco da anni, ma non ho la minima idea di cosa potremmo parlare, sarà terribilmente imbarazzante” si lamentò Lily, sconsolata.
“Be’, è un’ottima occasione per conoscervi meglio, visto che è il mio migliore amico, nonché futuro padrino di nostro figlio!”.
E va bene, hai vinto tu, ma ti faccio presente che se mi fai passare una serata pesante, ti spedisco a dormire sul divano per una settimana, sono stata chiara?” fece lei, accennando ad un sorrisetto.
“Credo correrò il rischio” ridacchiò lui, avvicinandosi e scoccandole un bacio a tradimento “In fondo ho molta fiducia nel mio migliore amico, non penso mi condannerà ad una settimana a languire sul divano. Ma in ogni caso, mi sento più sicuro sapendo che c’è lui con te, quindi rischierò di gelare di sotto, se serve”. La strinse a se, approfondendo il bacio e accarezzandole i capelli, facendola rabbrividire.
“Così non vale” mugugnò lei, senza però accennare a staccarsi.
Pochi minuti dopo scendevano le scale in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
“Stai attento, James. Ti prego, guardati le spalle!” disse Lily con voce ansiosa “Non farmi stare in pensiero, sii prudente!”.
“Lo farò, amore. Ci vediamo dopo, odomani mattina se non ti trovo sveglia. Mi raccomando, vai a dormire se sei stanca, non preoccuparti per me”. Ancora una voltasi chinò a darle un bacio di saluto, poi scese i gradini d’ingresso e sparì nella notte.

Mise il bollitore sul fuoco e tornò a sedersi, chinandosi sul libro per ritrovare il punto dove era rimasta. Rilesse per l’ennesima volta le stesse righe,cercando di distrarsi dai pensieri negativi che le affollavano la mente. Non riusciva a distogliere il pensiero dai pericoli a cui poteva andare incontro il marito, là fuori in mezzo alla guerra e alla follia dei mangiamorte. E se gli fosse accaduto qualcosa? Si passò una mano sul viso, come per scacciare quell’idea orribile e ancora una volta fece scorrere lo sguardo lungo la pagina. Le sembrava assurdo dover essere accudita e sorvegliata, dopotutto era stata anche lei sul campo, fino a pochi mesi prima; ma se serviva a far stare più tranquillo James, poteva anche accettarlo, sebbene continuasse a provare un vago senso di irritazione nel vedersi trattare con così tanta premura, quando lei non sopportava di essere di peso per nessuno.

Il suono del campanello la fece sobbalzare, e per poco non rovesciò il bollitore che aveva appena tolto dal fornello. Lo posò sul tavolo e si avviò a passo spedito verso l’ingresso.
L’aria gelida di febbraio la fece rabbrividire, quando aprì la porta.
“Ciao, Sirius” salutò, spostandosi per far entrare il giovane uomo che le stava davanti.
“Lily, quanto tempo”fece l’altro, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. “Come stai?”.
“se trascuriamo il fatto che continuo a passare la maggior parte delle mattine a vomitare, direi che sto bene”.
“Accidenti, immagino che sia una sensazione schifosa! James mi ha detto che ha dovuto imparare a cucinare, il che significa che devi sentirti davvero male, direi”.
“Direi che ha dovuto ingegnarsi se non voleva morire di fame, visto che a volte non sono neanche riuscita ad avvicinarmi alla cucina. Ora va meglio, comunque. A proposito, vuoi per caso del tè? L’ho appena fatto”.
“Volentieri, fuori fa un freddo del diavolo, mi sono congelato”.
In cucina, Lily riempì due tazze di tè fumante e profumato, che posò sul tavolo insieme ad un vassoio ricolmo di biscotti. “Sai, sono pochi giorni che riesco a mangiare un po’ di più, prima non ce la facevo a tener giù quasi niente prima dell’ora di pranzo. Quindi ora ne approfitto e mi do alla cucina, per la gioia di James che viveva come uno stress ogni volta che doveva cucinare ed infatti è dimagrito anche lui insieme a me”.
“Questi biscotti sono fantastici” fece Sirius, addentandone uno e prendendo un sorso di tè “E
comunque non ti trovo poi tanto dimagrita, inizia anche a fare capolino un accenno di pancia”.
“Infatti è una settimana che i jeans cominciano a starmi stretti, prima non notavo praticamente nessuna differenza. A proposito, sai che l’altra sera mi è sembrato di sentire un movimento?”.
“Ma dai?”.
“Sì, come una specie di battito d’ali, una sensazione stranissima. L’ho detto a James che è rimasto molto deluso di non poterlo sentire anche lui. Ha passato tutta la sera con la mano sulla mia pancia, finché non sono riuscita a convincerlo che comunque è troppo presto perché si senta da fuori, sono soltanto di quattro mesi”.
“Conoscendo James, penso che appena riuscirà a sentirlo lo verrà a sapere l’intero Regno Unito” ridacchiò Sirius, vuotando la tazza e mandandola nel lavello con un pigro movimento della bacchetta.
“Mi sembra molto probabile, da quando abbiamo saputo del bambino non fa che chiedermi come mi sento e se ho bisogno di qualcosa, neanche fossi malata! Ed ora non si fida neanche più a lasciarmi sola, credo non mi ritenga più in grado di badare a mestessa”.
“Ma non mi dire! Alle riunioni dell’Ordine appena può parla di te. In realtà lo faceva anche prima, ma ultimamente, se è possibile, la cosa è aumentata”.
“Chissà che testa che vi fa!” rise Lily, scostandosi una ciocca di capelli dal viso,poi sembrò rabbuiarsi. “Sirius, sono preoccupata stasera”.
“Per cosa?”.
“Per James. Ho il terrore che gli succeda qualcosa, vivo nella paura ogni volta che è fuori in missione. Prima ero in pista anch’io e forse non ci pensavo, troppo presa dalla frenesia degli eventi e degli impegni. Ora non posso più fare i turni di guardia e sono costretta a starmene qui da sola a fissare il muro consumandomi gli occhi a forza di guardare l’orologio in attesa che sia ora che torni, per poi perdere un battito ad ogni minuto chetarda. Vorrei essere lì, a combattere al suo fianco, ed invece posso soltanto stare qui ad aspettare, tremando ogni volta che di notte allungo la mano nel letto e trovo solo le lenzuola gelate” si interruppe per asciugare le lacrime che spingevano prepotenti per uscire, poi proseguì “Prima eravamo solo noi due, ora c’è anche il bambino… cosa farei se… se… Dio, Sirius, io non…” ancora una volta si asciugò gli occhi, poi tese la mano a cercare il conforto dell’amico, che esitò un attimo, poi l’afferrò e la strinse tra le sue.
“Lily, vorrei poterti dire che ti sbagli e non si corre nessun pericolo, ma tu eri con noi sul campo fino a pochi mesi fa e sai benissimo cosa significa. Pensa soltanto che James ha te e ora anche il bambino, non ha certo intenzione di lasciarvi soli, quindi venderà molto cara la pelle” Si nterruppe, abbassando gli occhi per celare la preoccupazione che non voleva far trapelare “Comunque stanotte sta solo facendo un appostamento, non è una situazione molto rischiosa, vedrai che andrà tutto bene”” aggiunse, tentando di prodursi in un sorriso rassicurante “Farei io i suoi turni, ma è un membro importante dell’Ordine e non può essere sostituito”.
“Ho detto a James che non c’era bisogno che venissi, che sapevo badare a me stessa e che era esagerato, ma mi accorgo che aveva ragione lui, e che mi fa bene avere qualcuno vicino che mi aiuti a sopportare la paura” fece Lily, con voce leggermente tremante.
“Ah, be’, è evidente che io avrei fatto di peggio. In caso ti fosse sfuggito, non sono il tipo che accetta molto aiuto esterno, figuriamoci se potrei sopportare che qualcuno prenda decisioni per me. Ma tu sei in una situazione particolare e a volte bisogna imparare a mettere da parte l’orgoglio e guardare in faccia la realtà”.
“Hai ragione, ma è che a volte mi sento così stupida ad aver perso tanto tempo a scuola prima di concedergli un appuntamento. Quando la notte sono a letto a fissare il soffitto aspettando che torni, mi dico sempre che se… be’, insomma,, se non dovesse tornare, non mi perdonerei mai di aver sprecato tutto quel tempo prezioso in cui avremmo potuto essere felici”.
“Probabilmente non lo sareste stati, invece. James è molto maturato durante gli ultimi due anni di scuola, prima non penso sareste stati bene insieme. Forse hai scelto il momento giusto per uscire con lui, il momento in cui ha smesso di vergognarsi a far vedere al mondo che era una persona molto migliore di quanto non desse a vedere. Avevamo dodici anni quando abbiamo scoperto il problema di Remus e ricordo ancora la determinazione del suo sguardo mentre diceva “Il punto è come, non se aiutarlo. Non lo possiamo lasciare solo, non merita di pagare per una cosa che non ha scelto”.
Lily sorrise, gli occhi ancora umidi di lacrime. “”Mi sento fortunata ad essere sua moglie, sai? Vorrei avere un carattere meno orgoglioso a volte ed avere il coraggio di dirgli più spesso quanto sia importante per me”.
“Mi sento fortunato anch’io ad essere il suo migliore amico, Lily, e penso che sia quasi impossibile esprimere quanto sia stato importante per me, soprattutto nella rottura con la mia famiglia” si interruppe, storcendo la bocca in una smorfia “Ma pensiamo a cose più allegre, ti va? Penso tu abbia bisogno di un po’ di serenità, anche se so che è difficile in queste circostanze”.
Lily annuì, fissando pensierosa un punto davanti a se. Poi si riscosse e alzò lo sguardo. "Sono un po' stanca, ti va di trasferirci in qualche posto più comodo?".
"Come preferisci" fece Sirius alzandosi e stirandosi pigramente. Raccolse la bacchetta dal tavolo e la ripose nella tasca dei jeans.

Poco dopo salivano le scale, il silenzio rotto soltanto dai loro passi che echeggiavano. Giunti al piano di sopra, infilarono la prima porta a sinistra che si apriva su una grande stanza da letto dai colori tenui dove troneggiava un ampio letto a due piazze.
"Scusa per il disordine, James è uscito di fretta ed ha lasciato un caos, non ho fatto in tempo a mettere in ordine... guarda che disastro!" borbottò Lily, afferrando un paio di pantaloni e una maglietta dal letto e lanciandoli sulla poltrona nell'angolo. "A questi penserò domani, ora proprio non mi va" aggiunse, avvicinandosi al letto e lasciandocisi cadere sopra. Si sistemò sul fianco, poggiando la testa sulla mano e facendo cenno con l'altra verso l'altro lato del materasso. "Mettiti comodo, mica vorrai restare tutta la sera in piedi, no?".
Sirius fece il giro del letto e si sedette sul bordo, voltandosi di scatto al suono squillante della risata di lei.
"La vedo proprio a suo agio, signor Black. Non si rilassi troppo, mi raccomando!" sghignazzò Lily, fissandolo dal basso.
Lui rimase un attimo interdetto, poi diede in una breve risata e si sistemò più comodamente sul letto, appoggiando le spalle alla testiera. "Effettivamente ora va molto meglio. Credo ti sembri strano vedermi impacciato, ma anche se vengo un giorno sì e uno no ad allietare le vostre colazioni con racconti che ho l'impressione che non vorresti mai sentire, a volte riesco anche a provare imbarazzo, pensa un po'".
"Be', per toglierti dall'imbarazzo penso ti aiuterebbe sapere che nostro figlio è stato concepito proprio qui, quest'autunno. Riesci ad immaginare la scena?" disse Lily, interrompendosi per gustare l'effetto che sortivano le sue parole e sorridendo alla vista di un lieve rossore che aveva colorato le guance del giovane. Sorrise, poi proseguì "Sai, quando era bella stagione James insisteva per provare sempre posti nuovi, come ad esempio il pavimento del salotto, la vasca da bagno, il prato del giardino quando era buio, ma poi è venuto freddo e io ho deciso che sotto le coperte si stava meglio, non sei d'accordo?".
"Ah, ma naturale che sia d'accordo, io trovo che il letto resti sempre il posto migliore, dopotutto. Sembra banale, ma basta cambiare le posizioni e il gioco è fatto".
Lily sgranò gli occhi, davanti alla prontezza di spirito e alla disinvoltura di Sirius, che imperterrito proseguì "Poi capirai, dopo anni passati tra lo sgabuzzino delle scope, aule deserte che non offrivano di meglio del pavimento o di qualche banco spigoloso, il capanno degli attrezzi e posti del genere, si apprezzano i vecchi metodi tradizionali. Ora che ci penso, il bagno dei prefetti era uno dei posti migliori, con tutte quelle schiume diverse che potevi far venir giù. Non piaceva anche a te? James mi diceva che ci andavi volentieri".
Lily arrossì violentemente e balbettò "Ehm, ecco... io... Sirius, non potremmo parlare di qualcos'altro?".
"No, non credo. Questo è un argomento ricco di spunti, hai avuto un'ottima idea a tirarlo fuori".
"Raccontami di te, allora" propose lei, speranzosa.
"Di me possiamo parlare dopo, e comunque credo che tu pur non volendo abbia... come dire, captato qualche stralcio di conversazione tra me e tuo marito, anche se ne avresti fatto a meno. Credo che James sia un argomento più interessante".
"James?" chiese Lily, allibita.
"Precisamente. Tu sai di quella volta dello spogliatoio?".
"Dello spogliatoio? No, temo di no. Sei proprio sicuro che debba saperlo?".
"Ah, ma è chiaro, è una chicca che non puoi assolutamente perderti!".
"Tu dici?".
"Certo. Dunque eravamo al sesto anno, mi pare fosse ottobre. James era appena diventato capitano della squadra e passava ore a studiare piani di attacco e tecniche a suo avviso infallibili per assicurarsi la coppa prima della fine del campionato, cioè creando un tale stacco dalle altre case che non potessero recuperare in alcun modo. Così, oltre a fare una testa così a noi amici, passava anche quasi tutti i pomeriggi ad allenarsi sul campo, anche quando pioveva".
"Non stento ad immaginarlo, faceva lo stesso anche l'anno dopo".
"No, non era la stessa cosa: l'anno dopo aveva già un anno di esperienza come capitano e poi c'eri tu, il che cambiava tutto; il Quidditch era passato in secondo piano".

"Anche se penso che me ne pentirò, ora sono curiosa e voglio sapere. Dai, dimmi dello spogliatoio" fece Lily, fissandolo con curiosità.
"Ti dicevo che era ottobre del sesto anno e James passava gran parte del suo tempo sul campo, dove come forse ricorderai era sempre pieno di ragazze che andavano a guardarlo volare. Tra loro c'era una biondina di Tassorosso, tale Edith Addler, che non perdeva un allenamento e spesso andava ad aspettarlo quando usciva dallo spogliatoio. Hanno iniziato a conoscersi un po', ma niente di che. Una sera lui era rientrato a fare la doccia dopo l'allenamento e lei lo aspettava all'ingresso. Hanno iniziato a scherzare, finché lei non si è spogliata e l'ha raggiunto nel bagno dove puoi immaginare cosa sia successo. Mentre erano lì è arrivata madama Bumb per chiudere gli spogliatoi, visto che era tardi. Hanno fatto in tempo a staccarsi, ma li ha trovati entrambi nudi nel bagno dei maschi" si interruppe, guardando Lily che era diventata viola e si era coperta la bocca con la mano, continuando però a fissarlo interessata. "Ma la parte migliore è stata il ritorno di James in camera. Remus stava salendo dalla biblioteca, tanto per cambiare, ed ha sentito le urla della McGranitt, così è tornato in stanza e ci ha riferito tutto. Appena James ha varcato la porta, circa un'ora dopo, abbiamo rischiato tutti di avere un collasso dalle risate: dovevi vedere la sua faccia, era uno spettacolo. E non so se sai quanto sia orgoglioso, ma quel giorno ci ha quasi implorati in ginocchio di non raccontarlo a nessuno. Gli abbiamo riso in faccia all'inizio, ma alla fine è stato accontentato".
Lily scoppiò a ridere. "James che implora? Non pensavo fosse possibile, ma deve essere stata una scena da non perdere!" fu presa da un altro attacco di risa, poi continuò "Anch'io l'ho raggiunto nella doccia qualche volta, ma non sapevo ci fosse il rischio di essere colti in castagna! Dio, non riesco ad immaginare l'imbarazzo!".
"Ah, ma naturale che ci fosse il rischio, madama Bumb andava ogni sera verso le nove a chiudere gli spogliatoi, dopo che anche gli ultimi allenamenti erano terminati. James sapeva del pericolo, ma non voleva privarsi della tua compagnia, quindi diciamo che correva il rischio. Del resto, sai che rischiare gli è sempre piaciuto, no" ridacchiò, all'espressione basita di Lily "Però aveva sempre cura di finire l'allenamento in tempo per potersi intrattenere con te, nonostante facesse il gradasso non credo proprio avesse molta voglia di farsi cogliere di nuovo sul fatto, ho idea che una volta gli sia bastata".
"Hai fatto bene a fare questa precisazione, o temo che stasera avrei avuto qualcosa da dirgli, al ritorno. Comunque, visto che siamo in argomento, c'è qualcos'altro che dovrei sapere sull'uomo che ho sposato?".
"Be', tralasciando tutte le chicche riguardanti il periodo dell'adolescenza, ci sarebbe da parlare di quella volta che a cinque anni era al parco e, non volendo interrompere per nessun motivo il gioco, ha fatto finta di non accorgersi di aver bisogno del bagno, e così quando poi ha capito di non poter più resistere ed ha detto alla madre di voler andare a casa, era troppo tardi e se l'è fatta sotto durante la strada, sporcandosi i pantaloni nuovi di zecca" entrambi scoppiarono a ridere fragorosamente e ci vollero alcuni secondi prima che si ricomponessero. "Me l'ha raccontato una volta che eravamo usciti di nascosto da scuola per andarci a fare un bicchiere alla Testa di porco. Stavamo camminando nella neve ed eravamo abbastanza brilli, quando abbiamo iniziato a raccontarci gli aneddoti più assurdi ed imbarazzanti delle nostre vite, come di quella volta che a sei anni ho vomitato sul tappeto persiano della biblioteca di casa mia, o quando a dieci mi si sono squarciati i pantaloni ad una cena di famiglia ed ho dovuto ringraziare Merlino di avere le mutande nere, o se ne sarebbero accorti tutti. Fortuna che c'era mia cugina Andromeda che me li ha sistemati in un attimo. Era il compleanno di mio zio Cygnus, non puoi neanche immaginare quale tortura fosse per me stare tra quella gente raccapricciante. Comunque ti dicevo che camminavamo per rientrare a scuola intrattenendoci con questi racconti e credo avremo svegliato mezza Hogsmeade a forza di ridere sguaiatamente per le strade deserte. Ridevamo e ci prendevamo a spinte come due cretini, così è finita che allennesima battuta siamo stati presi entrambi da un attacco di risa incontrollabili e siamo caduti dentro un cumulo di neve".
"Non oso immaginare in che condizioni sarete tornati in dormitorio!" fece Lily con voce strozzata, senza riuscire a smettere di ridacchiare "Avrei voluto esserci".
"Siamo rientrati zuppi e mezzi congelati, dopo aver rischiato di romperci l'osso del collo inseguendoci nel tunnel di Mielandia. In dormitorio eravamo talmente intirizziti che abbiamo buttato giù un'altra mezza bottiglia di wisky incendiario in due per riscaldarci, dopo l'altra che avevamo finito alla Testa di porco. La mattina dopo avevamo entrambi un mal di testa colossale e non riuscivamo a guardarci in faccia senza ridere, ripensando agli aneddoti che avevamo condiviso la notte prima".
"E i ragazzi non hanno sentito niente? Insomma, immagino non sarete stati poi così silenziosi, rientrando in dormitorio".
"Cos'è, hai per caso una cattiva idea di noi?" chiese Sirius, ridacchiando "Siamo due bravi ragazzi, che ti credi?".
Lily rise di gusto prima di rispondere. "Appunto perché so che siete due bravi ragazzi, credo non abbiate voluto privare gli altri del piacere di condividere il vostro divertimento".
"In realtà ci abbiamo provato a fare piano, è che il destino ci è stato avverso" fece Sirius, unendosi alla risata di lei. "Prima di entrare in dormitorio ci siamo tolti le scarpe, tentando di fare il meno rumore possibile, visto che erano quasi le tre di notte. Così abbiamo impiegato cinque minuti per aprire la porta con delicatezza senza farla cigolare o scricchiolare, e siamo entrati di soppiatto intenzionati a filarcene a letto senza dilungarci in ulteriori chiacchiere o simili. Filava tutto liscio, quando James è andato a sbattere contro l'angolo del suo letto, che essendo in ferro battuto, ha risuonato nel silenzio. Non contento, si è lamentato di essere mezzo congelato e di aver bisogno di qualcosa per riscaldarsi, al che non ho potuto fare altro che andare a prendere il Whisky dall'armadio dove lo nascondevamo e andarmi a sedere vicino a lui per bere insieme. Cosa credevi, che lo lasciassi tutto a lui? Fossi matto. Comunque ti dicevo che stavamo bevendo seduti sul suo letto e avevamo quasi svuotato la bottiglia, quando nel passargliela mi è sfuggita di mano ed è finita sul pavimento facendo un fracasso micidiale e schizzando tutto intorno, compresa la tenda del letto di Peter. A quel punto si è sentito distintamente uno sbuffo, e la testa di Remus è spuntata tra le cortine. Noi eravamo decisamente brilli, e vedendo la sua aria corrucciata siamo scoppiati a ridere come pazzi; e più ridevamo più lui assumeva un'aria perplessa, il che ci faceva ridere sempre di più. Siamo andati avanti così per parecchio tempo, e dopo dieci minuti non respiravamo più e avevamo le lacrime agli occhi ed i crampi allo stomaco".
Lily si asciugò gli occhi col bordo del lenzuolo e impiegò diversi secondi prima di riuscire a smettere di ridere e poter parlare. "Fantastico, riesco ad immaginare benissimo la scena! E comunque dovete avere davvero uno stomaco resistente, se ha resistito a tutte quelle risate, dopo tutto l'alcol che avevate mandato giù".
"Ehm, be', non è che stessimo proprio bene a dirla tutta, ma volevo risparmiarti quest'aspetto della questione".
"Spero soltanto che non abbiate fatto altri disastri anche da quel punto di vista".
"Diciamo che il disastro è stato evitato per un pelo. L'abitudine a scappare dalle grinfie di Gazza quando hai appena combinato qualche guaio, rende i tuoi riflessi abbastanza pronti per raggiungere il bagno in tempo utile in questi casi, evitando episodi poco simpatici. Comunque il pavimento della nostra stanza è stato battezzato in altre occasioni... ne ha viste delle belle, poveretto".
"Ah per fortuna, credo che Remus non avrebbe sopportato di dover anche pulire il pavimento, oltre al piacere di assistere alla scena".
"Sì gli è andata bene infatti, è stato più fortunato di altre volte. Ma sai, Lily, noi quattro facevamo tutto insieme, e quando vivi così in simbiosi ti capita anche di trovarti in situazioni sgradevoli di questo genere. E poi Remus era certamente più posato di me e James, ma non credere che non abbia fatto anche lui le sue bravate. Pur essendo più morigerato di noi, non disdegnava e non disdegna tutt'ora i piaceri della vita, infatti a parte qualche sbuffo non ha mai avuto molto da ridire, visto che sapeva che noi avremmo fatto lo stesso per lui".
"Non ne dubito. Mi ha sempre colpita molto vedervi così uniti, eravate inseparabili, soprattutto tu e James. Era impressionante vedere l'intesa che avevate, riuscivate a capirvi senza parlare, soltanto scambiandovi uno sguardo. Siete ancora così, a dire la verità, solo che ci ho fatto l'abitudine ormai".
"Sai, quando ero piccolo non conoscevo praticamente nessun mio coetaneo, a parte mio fratello e i figli degli amici di mia madre e mio padre, ma se ti sei fatta anche soltanto una vaghissima idea di che gente fossero i miei, credo potrai immaginare che razza di persone potessero frequentare, no?".
"Credo fossero aristocratici rigorosamente purosangue con gli stessi ideali dei tuoi genitori, cioè l'inferiorità di chi non appartenga a famiglie nobili e soltanto di maghi da generazioni, e cose così".
"Precisamente. I miei erano così e frequentavano loro simili che avevano figli molto simili a mio fratello nei suoi momenti peggiori. Ero costretto a stare con loro a tutte le cene o occasioni di gala, per non parlare delle volte in cui mia madre organizzava dei tè perché noi figli socializzassimo con i rampolli di altre nobili casate, con cui secondo lei saremmo chiaramente finiti nella stessa casa. Riesci ad immaginare quale?".
"Lasciami pensare... Serpeverde, forse?".
"Ma come sei sagace, sarà l'intuito femminile" fece Sirius, schiudendo le labbra in un sorriso amaro. "Sono finiti tutti a Serpeverde infatti, tranne me ed un altro che è a Corvonero, il che però è meno disonorevole che stare a Grifondoro, la casa dei sanguesporco e dei babbanofili, a detta della mia illustre madre" contorse il viso in una smorfia disgustata e strinse per un attimo le labbra, prima di proseguire "Quando sono arrivato a scuola ero assolutamente convinto di essere smistato a Serpeverde, non avevo alcun dubbio. Ho incontrato James sul treno ed abbiamo legato subito, solo che mi tenevo un po' sulle mie perché ero sicuro che saremmo stati smistati in case diverse e avremmo avuto poche occasioni per frequentarci. Quel giorno invece il cappello mi ha mandato a Grifondoro, con disappunto e sdegno delle mie adorabili cugine esclusa Andromeda, ed ho realizzato all'improvviso che una vita diversa era realmente possibile".
"Una vita diversa è stata possibile perché tu hai avuto il coraggio di ripudiare ideali che non condividevi e rinunciare al conforto della tua famiglia, non è stato merito del cappello se ora hai una vita molto diversa da come si poteva prospettare anni fa".
"Sì, ho ripudiato quegli ideali che ritenevo ripugnanti, ma per quanto riguarda il rinunciare al conforto della famiglia... be', diciamo pure che la mia amorevole mammina mi ha aiutato in questo senso, facendomi capire in modo molto velato che non ero più gradito. Litigavamo continuamente e non facevamo che sputarci addosso litri di veleno, alla fine è stato inevitabile arrivare alla rottura".
"In ogni caso, deve essere stato molto doloroso, credo".
"Lo è stato, in effetti, più di quanto non volessi ammettere con me stesso. Ma presto mi sono accorto che la mia vita era indubbiamente migliore senza di loro, e così ho continuato sulla mia strada senza più guardarmi indietro. Non è stato facile accettare di aver davvero perso per sempre Regulus, perché eravamo molto legati da piccoli, e non credevo che si sarebbe fatto influenzare così tanto da mia madre, invece per non perdere la sua approvazione ha fatto la scelta più comoda, cioè rinunciare a me, iniziando anche a convincersi di avere dei motivi seri per odiarmi" abbassò gli occhi a fissare i disegni della coperta e si passò una mano sul volto prima di continuare. "Ma in fondo forse non è stata una così gran perdita, visto che ho trovato in James un fratello sicuramente migliore di quello che ho perso".

Si udì una chiave girare nella toppa e la porta d'ingresso chiudersi con uno schianto, poi dei passi risuonarono sulle scale. Poco dopo, un James molto provato raggiunse il piano di sopra ed apparve sulla soglia.
"Ciao gente" salutò con voce atona, avvicinandosi al letto "Ciao amore mio" aggiunse, chinandosi a baciare la moglie che alzò la testa per ricambiare calorosamente.
Sirius si alzò e si stirò pigramente, prima di iniziare a fare il giro del letto. "Allora com'è andata, James?" chiese, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
"Al solito, Pad, quasi cinque ore al gelo per non ottenere un cazzo, a parte congelarsi dalla testa ai piedi. Alastor aveva detto di restare finché non vedevamo qualcosa, ma dopo tutte quelle ore immobili con dieci gradi sotto zero, stavamo per arrivare all'assideramento, per cui io e Frank abbiamo deciso che oltre un tot era stupido rischiare di far nascere i nostri figli orfani per un motivo così idiota, e così abbiamo fatto armi e bagagli e abbiamo sgombrato. Siamo passati al pub vicino casa sua per buttar giù qualcosa di forte, avevamo entrambi le mani viola, visto che non possiamo mettere i guanti per non perdere destrezza con la bacchetta".
"Avete fatto bene, Jim, tanto alle tre passate non c'era possibilità di scoprire proprio un accidenti, inutile farsi venire un colpo per la patria. Non servirebbe a nessuno".
"Abbiamo temporeggiato un po' prima di deciderci ad andare perché ci sentivamo in colpa, ma ora sono in grado soltanto di andarmene a letto... sono così stanco che faticherei anche soltanto ad appellare gli occhiali da una distanza che vada oltre i venti centimetri, sul campo non servirei a granché" si schiarì la voce che si stava abbassando "Sirius, resti a dormire qui, no?".
"Per me è uguale, Prongs... non ho problemi a tornare a casa se volete restare soli".
"Ma no dai resta, così a colazione ci facciamo due chiacchiere... devi finire di raccontarmi di Ashley McBride".
"Agli ordini, capo" rise Sirius, abbassandosi per scoccare un bacio sulla guancia a Lily e mollando una pacca sulla spalla a James. "Buona notte, ragazzi" disse, uscendo dalla stanza.
"Buona notte, e grazie di tutto, Sirius" gli gridò dietro Lily.

Poco dopo, James si infilò nel letto al suo fianco e la attirò a sé, cingendola con un braccio e facendole posare la testa sulla sua spalla.
"Credo che tu abbia scelto bene il tuo migliore amico, amore mio" sussurrò lei, poggiando le labbra su quelle del marito.
"Lo so, ma perché me lo fai notare?".
"Perché grazie a lui non passerai neanche un minuto sul divano!" ridacchiò Lily, abbracciandolo per rafforzare la sua affermazione.

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