- RONALD WEASLEY!

Una ragazza dai capelli castani, le guance in fiamme e uno sguardo che avrebbe messo paura a un Mangiamorte fissava con odio il ragazzo che le stava di fronte.

- CHE DIAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE?!

- Eddai Hermione, ti giuro che... che non l’ho fatto apposta!

- Non l’ho fatto apposta?! NON L’HO FATTO APPOSTA?! MA CHE RAZZA DI SCUSA SAREBBE?!

La Sala Comune era vuota, solo lo scoppiettio del camino rompeva il teso silenzio che era calato fra i due.

- Ron tu sei un prefetto - Riprese la ragazza tentando, invano, di mantenere la calma - Non puoi fare questo genere di cose...

- Ma Hermione! – disse lui sulla difensiva – Tu non capisci! Era l’unico modo che avevo per...

- Per fare cosa, di grazia? – Non riuscì a trattenersi

- Per... ehm... per... – Borbottò lui mentre le orecchie cominciavano a prendere il colore dei suoi capelli...

I suoi capelli.. Oh Dio - si disse Hermione - quanto darei per accarezzarli, per annusarli per... No, NO! Non perderti, Hermione! Non è una chiacchierata amichevole questa, sei il Caposcuola! Si è fatto beccare e a te tocca punirlo!

- Ron, – Disse lei. Il tono di voce era leggermente addolcito, ma ancora decisamente adirato – Sono le cinque del mattino, cosa ci facevi sulla torre di Astronomia?

Ron non rispose, mentre le sue orecchie diventavano decisamente più rosse

- Io ero... volevo... avevo bisogno di aria fresca. – Mentì lui.

- Ronald Bilius Weasley – Il suo tono di voce aveva perso quella momentanea dolcezza – Non ti ti aspetterai davvero che io ti creda?

Lui prese a fissarsi le punte dei piedi, con il suo sguardo da cagnolino bastonato.

- E va bene – mormorò dopo un po’ lui, rialzando gli occhi rassegnato - Non riuscivo a dormire. Volevo stare solo. Avevo bisogno di pensare.

- Già meglio. E ti serviva proprio la torre per farlo?

- Da piccolo – rispose – Quando mi svegliavo presto e non riuscivo a riaddormentarmi, andavo su una collinetta dietro casa a vedere l’alba. Era l’unica cosa che mi rendeva tranquillizzava: stare solo per un po’. E la torre è il posto più simile alla collinetta che sono riuscito a trovare – Concluse lui abbassando nuovamente gli occhi.
La ragazza sbuffò.

Poi, ad un tratto, lui aggrottò la fronte, preso da un’improvvisa riflessione.

- Hermione, cosa facevi tu sulla torre alle cinque del mattino?

Le guance della ragazza si imporporarono.

- Io... ecco... Avevo il turno di sorveglianza...

- No.

- Come sarebbe a dire “No”?

- Esattamente quello che intendevo. Tu hai i turni di sorveglianza notturna solo il venerdì, e oggi è sabato.

Fregata – le sue guance diventarono ancora più rosse – ma come diavolo fa a conoscere così bene i miei turni?

- Allora? Cosa ci faceva la Caposcuola fuori dalla Sala Comune alle cinque del mattino, per di più sulla torre di Astronomia che – le fece il verso – è vietata agli studenti al di fuori delle lezioni?

- Io... ecco io... Avevo bisogno anch’io di pensare. – Si lasciò andare, sconfitta.

Ron non l’aveva mai vista gettare la spugna in quel modo; stordito, si sedette sul divano, invitandola con un cenno a raggiungerlo.

- E ci sei riuscita?

- A fare cosa?

- A pensare...

- No.

Silenzio

- E... – Tentò lui esitante – non è che allora ti.. ti andrebbe di parlare un po’?

Hermione lo guardò negli occhi, stupita.

- Va... Va bene – rispose, mentre le sue guance si tingevano nuovamente di rosso. – E... di che vorresti parlare?

- Non so, di tutto... E’ troppo tempo che noi due non facciamo altro che litigare... Da quando ci siamo conosciuti direi – Ron abbozzò un sorriso – Non ci siamo mai presi una “pausa”, se così la possiamo chiamare, per parlare davvero come migliori amici... Cioè... Lo so che quando c’è Harry parliamo normalmente e tutto, però... ecco... non è la stessa cosa... cioè si che è la stessa cosa ma...

- Ron?

- Si?

- Ho capito.

- E... senti... – Continuò la ragazza – Secondo te perchè non l’abbiamo mai fatto?

Ron fissò per un attimo il tappeto sul pavimento, riflettendo.

- Non ne ho idea, so solo che è una delle cose più belle che abbiamo mai fatto insieme.

Il collo di Ron si tinse di rosso in un lampo, così come le sue orecchie, nel momento in cui si rese conto di ciò che aveva appena detto.

- Ehm... Non è che ti... Ti andrebbe una... Una cioccolata calda?

Il sorriso di Hermione rispose per lei, e mentre lui cercava, con una certa difficoltà, di far Apparire due tazze di cioccolata, il cuore della ragazza mancò un battito.
Quello era un appuntamento? - Si chiese – Dopotutto siamo soli e con una tazza di cioccolata in mano, che importa se siamo in Sala Comune?

Cadde fra loro un silenzio imbarazzato, mentre sorseggiavano la loro cioccolata, troppo imbarazzati per guardarsi. Ron fissava, lo sguardo perso, il fuoco, mentre Hermione osservava il cielo stellato fuori dalla finestra...
Lo scoppiettare allegro del fuoco accompagnava ancora una volta l’atmosfera carica di tensione fra i due ragazzi. Fu Hermione a rompere per prima quel silenzio.

- Ron... – Il ragazzo si girò verso di lei. Gli occhi color nocciola della ragazza scintillavano alla luce del fuoco

- S... Si? – Disse, la gola impastata

- E’ l’alba.

Ron si girò verso la finestra:
il sole stava sorgendo in un punto imprecisato dietro la Foresta Proibita.
All’improvviso, i riflessi della luce rosso-aranciata del primo sole mattutino colpirono il lago, creando uno stupendo gioco di luci che svuotò per un istante la mente dei due ragazzi, completamente assorbiti nella contemplazione di uno spettacolo che nessuno di loro aveva mai visto.
Sul lago aleggiava una nebbiolina argentata che, colpita dalla luce, si era tinta di rosso e, mossa da un alito di vento, creava figure magnifiche che fluttuavano a pelo d’acqua.

I due, spinti da una forza sconosciuta, si presero per mano e raggiunsero la finestra da cui stavano osservando quell’inaspettato, magnifico spettacolo.

Hermione, con il cuore che batteva a mille, cinse la vita di lui con le sue braccia, mentre Ron, sorpreso, le passava un braccio intorno alle spalle.

I loro nasi quasi si sfioravano, mentre scrutavano nelle profondità degli occhi dell’altro, avvolti da una luce dorata, sfumata dalla leggerissima foschia che nel frattempo si era alzata sul castello. Quando le loro labbra si sfiorarono furono scossi da un brivido di piacere che percorse le loro schiene, mentre si abbandonavano al bacio che entrambi desideravano da molto, troppo tempo; un bacio prima casto, ma che, ben presto divenne lo specchio delle loro emozioni, della passione che li legava da quel giorno, al primo anno, sul treno.

Vorrei restare qui per sempre, con te... Vorrei che questo momento non finisse mai...

Dopo un lungo, splendido minuto, sciolsero il bacio e, con le guance rosse per l'emozione, si guardarono

- E adesso cosa... Cosa siamo? – Chiese lei con un sorriso.

Ron parve rifletterci un attimo e poi rispose

- Adesso, siamo noi.

Una lacrima di gioia percorse il viso di Hermione, accompagnata dal sorriso più dolce che avesse mai rivolto a chiunque.

- Ron... Credo sia meglio dormire un po’ ora, però... Siamo svegli da ieri... – Disse la ragazza, controvoglia

- Hai perfettamente ragione, però giurami che questo non è stato solo un sogno. Promettimi che domani mattina, quando mi sveglierò non sarà tutto come ieri, che d’ora in avanti non saremo più io e te, ma saremo sempre e comunque noi... – il colore delle orecchie di Ron aveva raggiunto un rosso molto acceso.

- Te lo prometto, Ron.

Hermione gli sorrise, dolcemente, e si avviò verso le scale del dormitorio femminile.

- Hermione?

- Si?

- Buonanotte...

La ragazza arrossì e in un sussurro, sicura che lui avrebbe comunque sentito, rispose:

- Buonanotte anche a te, Ron.

Note di fine capitolo

Et voilà!
La mia prima fanfiction *.*
ora dai, non fatemi diventare depresso e...
RECENSITE!

Claudio

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