Un pomeriggio da dimenticare di Sandy Potter
La piccola e dolce Rose Weasley viene affidata allo zio George in un momento di estrema emergenza, vi lascio solo immaginare cosa potrebbe succedere se la primogenita di Ron entrasse in contatto con il fantastico mondo dei 'Tiri Vispi Weasley'. || Fanfiction scritta per il concorso Quotation Fest indetto da Mischief Fangirl
Categoria: Post-DH Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley, Rose Weasley
Era: Harry Post-Hogwarts (1998-)
Generi: Comico, Commedia
Lunghezza: Oneshot (1000-?)
Pairing: Hermione/Ron
Avvertimenti: Momento Mancante
Sfide: Nessuno
Series: Le (dis)avventure di George
Capitoli: 1 Completa:Parole: 2543 Read: 6035 Pubblicata: 23/05/08 Aggiornata: 23/05/08
Note alla storia:
Questa storia non ha fini di lucro. I personaggi protagonisti sono di esclusiva proprietà di J.K. Rowling e di tutti gli eventuali aventi diritto.

1. Capitolo unico di Sandy Potter

Capitolo unico di Sandy Potter
Note dell'autore:
I personaggi presenti in questa storia sono: Rose Weasley, George Weasley, Angelina Johnson e la coppia Ron/Hermione, con un piccolo accenno a George/Angelina.

Un pomeriggio da dimenticare


Una giovane coppia passeggiava abbracciata per le viuzze di Diagon Alley; di tanto in tanto lui stringeva la moglie al suo fianco un po’ di più, in modo da non farla urtare da qualche passante, viste le sue condizioni e l’altra mano dell’uomo era occupata da quella molto più piccola di una bambina sui due anni.
Molti dei passanti si giravano a fissare i tre con gli occhi spalancati, non tanto per la bimba che camminava un po’ impettita ed assomigliava in modo impressionante alla madre, e neanche per via del pancione della donna che si intravedeva sotto la veste da strega, ma quanto perché riconoscevano nei due ventottenni gli amici di Harry Potter, il bambino sopravvissuto, prima, ed il salvatore del Mondo Magico, poi.
Certo non era strano vederli passeggiare così, tutti e tre insieme, ma solitamente si vedeva più spesso Hermione in giro per negozi insieme a Molly, Ginny e Fleur, oppure Ron durante qualche commissione per conto del Ministero.
Rose ad un tratto attirò l’attenzione del padre: – Che c’è, piccola? – chiese lui, abbassandosi leggermente verso la primogenita.
In tutta risposta lei indicò un punto a metà della strada che stavano percorrendo: – Zio! – esclamò solo.
Ron si abbassò ancora di più per guardare negli occhi la figlioletta: – Ok, piccola, andiamo a trovare lo zio. Hermione tu sei d’accordo? – chiese poi alla moglie.
– Sì, certo, ho proprio bisogno di sedermi un attimo. – disse lei, spostando dietro l’orecchio una ciocca dispettosa di capelli ricci.
– Sicura di stare bene? – chiese ancora Ron preoccupato.
– Sì, sto bene. Ho solo bisogno di un attimo di pausa. – cercò di rassicurarlo Hermione, con scarsi risultati.
Infatti, Ron era quasi in preda al panico e ricordava maledettamente bene come la piccola Rose era stata impaziente di salutare tutti, proprio nel momento meno opportuno. L’uomo non ci pensò due volte e fece percorrere in pochi secondi a moglie e figlia il tragitto rimanente per il raggiungimento della meta, unica ancora di salvezza in quel momento.
Un uomo alto, dai capelli rosso fuoco, identici a quelli di Ron, li vide dalla vetrina del negozio ed andò ad aprire subito la porta, non vedeva l’ora di abbracciare la sua nipotina preferita. Rose, come da copione, gli volò in braccio e George non notò minimamente le facce degli altri due, intento com’era a domare la chioma riccia della nipote. Quando finalmente posò lo sguardo su fratello e cognata quasi gli prese un colpo: il primo era completamente rosso, probabilmente non ricordava quand’era stata l’ultima volta che l’aveva visto in quelle condizioni, mentre Hermione era pallida e piegata leggermente in avanti.
– Tutto a posto? – chiese con nonchalant il rosso.
– Ti sembra che vada tutto bene? – rispose Ron leggermente adirato.
– Ron… calmati… non è niente. – cercò di dire Hermione.
– Non è niente? Non è niente? Merlino, Hermione, stai per partorire e dici che non è niente. – urlò il rosso, tra lo spaventato e l’arrabbiato.
George e Rose si scambiarono un’occhiata alquanto eloquente, era sempre la solita storia, litigavano nei momenti meno opportuni.
– Ronald Bilius Weasley, – richiamò l’attenzione la riccia – non sei tu che stai per mettere al mondo un altro bambino, quindi vedi di calmarti e portami al San Mungo. – disse lei, guardando male il marito, come a dargli la colpa per le condizioni in cui si trovava al momento.
Ron, piccato, non osò proferire verbo e si girò verso il fratello: – Possiamo usare il tuo camino? Puoi tenere tu Rose, mentre accompagno Hermione?
– Certo… – ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che Hermione ringhiò ancora contro il marito.
– Come sarebbe “mentre accompagno Hermione”? Non avrai intenzione di lasciarmi lì tutta sola, razza di pappamolle?
– N-no, certo che no. Resto con te tutto il tempo, ci mancherebbe. – cercò di contenere l’ira della sua dolce metà.
– Molto bene, perché è tutta colpa tua se ci troviamo in questa situazione. – disse Hermione, incurante dei presenti, mentre si dirigeva verso il camino. – Ciao, Rose, mi raccomando, non fare ammattire zio George. – salutò la sua bambina con una calma estrema, come se le urla di poco prima non fossero mai esistite.
– Ciao, mammina. – rispose la bambina, agitando leggermente la manina.
– Ti mando un gufo appena si sistema tutto e puoi portare Rose. – disse Ron al fratello, che ancora aveva gli occhi fuori dalle orbite per il comportamento della cognata. Aveva ormai imparato che le donne incinte non si dovevano contraddire, infatti sua sorella gli aveva quasi staccato anche l’altro orecchio, quando non aveva esaudito una sua voglia e gli aveva portato delle fragole al posto dei lamponi, ma Hermione era un’altra storia e lui, nonostante gli anni passati a scuola insieme, non ci aveva ancora fatto l’abitudine.
I due coniugi sparirono nella fiamma verde diretti al San Mungo, lasciando così zio e nipote nel negozio di scherzi… in effetti non sembra sia stata una grande idea. Rose era sempre stata molto legata allo zio, era simpatico e non la smetteva mai di fare scherzi a tutti, il suo bersaglio preferito era Ron e la piccola si divertiva un mondo a vedere il papà nelle condizioni più strane.
Tuttavia Hermione aveva fatto promettere a George che Rose non si sarebbe mai avvicinata di più di cinque metri agli scaffali del negozio, per paura che potesse sì combinare qualche guaio, ma anche farsi male con tutti quegli aggeggi strani.
Evidentemente la promessa era andata a farsi un giro, perché Rose, in un momento di distrazione dello zio, dall’osservare le simpatiche Puffole Pigmee dai colori sgargianti, com’erano di moda in quel periodo, si era avvicinata allo scaffale delle Merendine Marinare ed aveva già addentato un pezzo di Fondenti Febbricitanti.
In un nano secondo la bimba diventò paonazza, tanto che non si distinguevano più i capelli dal viso; George, appena la vide in quelle condizioni, capì che Hermione, una volta tornata in forze, lo avrebbe di sicuro ucciso alla maniera babbana, una Maledizione Senza Perdono non avrebbe sortito lo stesso effetto.
– Tesorino dello zio, per favore, mangia l’altro pezzo di Fondente, non voglio morire così giovane. – cercò di impietosirla, ma Rose era ferma nella sua posizione e neanche la minaccia di perdere l’adorato zio, la smosse.
George ancora di più in preda al panico non sapeva bene cosa fare, pensò di chiamare Ginny, ma anche lei avrebbe reagito allo stesso modo di Hermione. Tentò in tutti i modi di farle mangiare l’antidoto, ma era come scontrarsi con un muro.
“Pensa George, pensa. Mamma è da Charlie, Ginny mi ucciderebbe, Hermione non lo dovrà sapere assolutamente…” Non gli veniva in mente nessuno che potesse aiutarlo e tirarlo fuori da quella situazione.
Intanto la febbre di Rose saliva leggermente e la faceva ridere come una pazza, George si spaventò non poco quando sentì una risatina più forte delle altre: – Rose, perché mi vuoi morto? – chiese lui, incapace di fare qualcosa e con un principio di lacrime agli occhi.
– Sei il mio nuovo papà? – chiese ad un certo punto la bambina, come se lo vedesse per la prima volta.
– C-cosa? Rose, stai scherzando, vero? – chiese ancora George, non credendo alle sue orecchie e tendente all’isteria.
La bambina si divertiva come una matta e questa era una cosa strana, visto il pasticcino che aveva mangiato, infatti la febbre sarebbe dovuta salire e poi, con la seconda parte di Fondente, sarebbe sparita definitivamente. Evidentemente, data l’età di Rose, le conseguenze erano diverse. George si accasciò in ginocchio e le mani infilate tra i capelli, era ufficiale: non sapeva cosa fare.
Non poteva assolutamente portarla al San Mungo, Hermione gli sarebbe saltata al collo nonostante le doglie; Ron gli avrebbe fatto passare i peggiori cinque minuti della sua vita e, pian piano, tutta la famiglia avrebbe saputo ciò che era successo.
– Ehi, ma cosa succede qui? – chiese ad un tratto una voce alle sue spalle.
George si girò lentamente, i suoi occhi si illuminarono: – Angelina, non sono mai stato così felice di vederti.
– Dovrei esserne lusingata, visto che stiamo insieme da anni? – chiese lei dubbiosa, lanciando poi uno sguardo alla nipotina acquisita piegata in due dalle risate.
– Scusa, è che sono in una situazione assurda. Non è mai successo neanche con Ginny, che rischiassi la vita. – piagnucolò lui, come se non avesse un minimo di spina dorsale, ma era comprensibile, Hermione faceva paura a chiunque quando si arrabbiava.
– Cos’è successo? – chiese Angelina, avvicinandosi al fidanzato.
– La dolce famigliola era passata a salutarmi, quando Hermione ha iniziato ad avere le doglie e così Ron l’ha portata al San Mungo, lasciandomi qui la piccola. Mi sono distratto un attimo e lei ha mangiato un pezzo di Fondenti Febbricitanti, ho cercato in tutti i modi di farle mangiare l’altro pezzo. – spiegò tutto d’un fiato cos’aveva passato nell’ultima ora, mentre si aggrappava alle spalle della donna.
– Per Merlino, George, come hai potuto? Hermione si è raccomandata non so quante volte di non farla avvicinare agli scaffali. – disse l’altra, guardandolo come se avesse la piovra gigante dietro le spalle. – Vediamo di salvare il salvabile. A quanto è arrivata la febbre?
– Ehm… ecco… – tentennò il rosso.
– George, le hai misurato la febbre, vero? – poi lo guardò in faccia e si rispose da sola – Ma sei matto? Rischia di lasciarci le penne e tu sei lì a piangerti addosso.
– Non esagerare, – disse punto sul vivo – lo sai benissimo anche tu che gli effetti dei Fondenti dopo qualche ora spariscono da soli.
– Sì, di solito, ma lei è piccola e rischiamo… anzi, rischi di averla sulla coscienza. – spiegò Angelina, che ormai conosceva a memoria tutta la gamma di scherzi del fidanzato. Intanto Rose, seduta sul bancone, se la rideva della grossa guardando i due che litigavano. Ad un tratto vide Angelina avvicinarsi piano piano, sussurrandole qualcosa: – Rose, lo vuoi un dolcetto? – chiese, come se fosse l’unica soluzione per darle l’antidoto.
– No. – esclamò lei, non sapeva perché ma si divertiva a far preoccupare gli zii.
– Ti prego, papà ci ucciderà, anche se io non c’entro niente. – riprovò la mora.
– Papà è buono. – sillabò in risposta.
– Mamma quando si arrabbia è veramente incontenibile e penso proprio che potrebbe farci finire male, non credi?
Rose ci pensò su un attimo, prendendo la stessa espressione di Hermione quando pensava ad una cosa che aveva letto, ma non ricordava dove: – Anche mamma è buona. Non tanto con papà, lui fa sempre arrabbiare. – disse con una semplicità disarmante, facendo scaturire delle risatine nervose dagli altri due.
Ma se Rose non voleva prendere l’antidoto, come avrebbero spiegato a Ron ed Hermione ciò che era successo?
I due erano sconfitti, non sapevano dove sbattere la testa, quando ad un tratto un gufo planò dalla porta aperta: – Oh oh. – fu l’unica cosa che George riuscì a dire prima di vedere tutto nero.
Angelina guardò la caduta libera del fidanzato e lo afferrò al volo, per quanto possibile, poggiandolo poi a terra. Chiuse la porta con un gesto di bacchetta e fissò il gufo che guardava entrambi impassibile, la donna prese la lettera e lesse velocemente: Hermione aveva avuto un maschietto e di lì a poco Ron sarebbe arrivato a prendere la primogenita per portarla dalla mamma.
Ora sì che c’era il panico. Sussurrò: – Pappamolle. – in direzione del fidanzato e poi si voltò verso Rose che stava accarezzando tranquillamente il volatile senza essersi quasi resa conto dell’accaduto. – Piccola, subito arriva papà ed è meglio che non ti trovi in queste condizioni, quindi dobbiamo arrivare ad un compromesso. – ora l’attenzione della bambina era tutta per lei, anche se qualche volta guardava la figura lunga, distesa a terra e cercava di trattenersi dalle risate.
– Papà sta male? – chiese poi indicando George.
Angelina la guardò con gli occhi spalancati, esattamente come aveva fatto George circa mezz’ora prima: – Lui non è il tuo papà, George è tuo zio… uno dei tuoi tanti zii. Ron, invece, sta arrivando a prenderti e non vuoi che si arrabbi con me o con zio George, vero? – chiese la donna, cercando di far ragionare, per quanto possibile la bambina.
– Perché? – chiese Rose, guardando Angelina negli occhi così intensamente che l’ex-Grifondoro vacillò leggermente.
“Oh, no, ci mancava solo la fase dei perché.” pensò Angelina “E ora cosa le dico?”
– Ehm, vedi, papà sta arrivando e se ti trova così vorrà sapere perché non sei bella ed in salute come sempre, ma hai la febbre che sta salendo sempre di più. – cercò di spiegarsi.
– Perché? – richiese la piccola, che ormai aveva preso il via al gioco più odioso per gli adulti, ma più divertente per i bambini.
Angelina a quel punto non sapeva più cosa rispondere, ma doveva trovare una soluzione. Fissò per un attimo le sue scarpe, poi si riscosse, puntò la bacchetta contro George e gli spruzzò acqua per svegliarlo, Rose a quello spettacolo apparentemente divertente rise ancora di più.
Il rosso si riebbe in meno di due secondi e si ritrovò davanti agli occhi una donna a dir poco furiosa: – Mio caro, adesso ti arrangi. Tuo fratello sta per arrivare e non so se riuscirà a trattenersi questa volta. L’hai combinata troppo grossa.
– Angelina, per favore… – cercò di impietosirla lui, con scarsi risultati.
– No, è tua nipote e te la gestisci tu. Pensavo fossi maturato ormai. – urlò ancora lei.
George non capì niente di quanto stava succedendo: – Non vorrai dare la colpa a me del perché Rose si è mangiata un pasticcino? Angelina, ti ho detto com’è andata.
– Sì, me l’hai detto, e ho visto che non sei in grado di fare da genitore. George, avresti dovuto tenerla d’occhio. – urlò, uscendo dal negozio e smaterializzandosi subito dopo. George fissò il punto in cui era sparita la fidanzata, ancora leggermente intontito da quanto gli aveva urlato.
– Zio… - il rosso si riscosse appena sentì la piccola manina posata sulla sua spalla, si girò a guardarla e notò che il rossore sulle guance della nipotina stava svanendo pian piano.
– Rose, dimmi che hai preso l’antidoto. – non servì, però, la risposta della bambina, perché il Fondente, al momento, aveva due morsi, anziché uno solo come poco prima. George prese in braccio la bambina e le fece fare una giravolta, in tutta risposta Rose iniziò a ridere e stavolta non a causa di un pasticcino.
Qualche minuto dopo Ron fece la sua teatrale uscita dal camino, tutto sorridente, anche se leggermente provato. Evidentemente Hermione gliene aveva urlate di tutti i colori quando stava partorendo.
– Allora, la mia cucciola si è comportata bene? – chiese prendendo in braccio la figlioletta.
– Sì, papà. – rispose lei sorridente.
George in un angolo si accasciò leggermente, appoggiandosi al bancone: - Sì, è stata proprio un angioletto. – sospirò. Ron guardò il fratello distrutto e bagnato: – Ma è successo qualcosa?
– No, nulla. – si affrettò a dire l’altro, guardando un po’ male la dolce e cara nipotina che se ne stava tra le braccia del papà, tutta sorridente e quasi completamente ignara di quanto avesse fatto ammattire lo zio.
“Devo solo capire perché Angelina se l’è presa tanto.” pensò George, mentre salutava i due parenti che sparivano nel camino, diretti al San Mungo a vedere il nuovo arrivato in casa Weasley.

Fine

Note finali:
Beh, eccoci qui, giunti alla fine anche di questa ff che, ricordo, partecipa ad un concorso di fanfiction, Quotation Fest. Spero che i personaggi siano almeno un po' IC e che la ff vi sia piaciuta^^ Se volete potete anche lasciarmi un commento e, se doveste trovare qualcosa che non vi sembra corretto, potrete darmi dei consigli per migliorare^^ A presto^^
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